Brighton, De Zerbi: «Felice di essere qui, ho già parlato con Pep»
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Brighton, De Zerbi: «Felice di essere qui, ho già parlato con Pep»

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Roberto De Zerbi

Il Brighton ha presentato De Zerbi oggi: «C’erano altri club con cui ho parlato, ma qui c’è un’idea di gioco simile alla mia»

Giornata di presentazione di Roberto De Zerbi al Brighton oggi. Di seguito le sue parole in conferenza stampa.

LINGUA – «Migliorerò quanto prima il mio inglese, questo è il mio primo obiettivo. Sono felicissimo di essere qua, sono orgoglioso di essere il nuovo allenatore. Ringrazio la dirigenza ed il club per avermi scelto. Ho studiato ogni singolo giocatore, sono convinto di poter fare un ottimo lavoro e una grande stagione».

SCELTA DEL BRIGHTON – «É una squadra che mi ha voluto fortemente e che ha uno stile di gioco simile a quello che ho in testa. Avevo altre possibilità ma quando mi ha chiamato il Brighton sono stato subito convinto di venire qua perché credo che possiamo andare in una direzione giusta per quella che è la mia idea di calcio. Iniziare a lavorare nel Brighton è facilitato dal lavoro fatto da Potter prima di me. Ci sono tanti giocatori con caratteristiche ideali alla mia idea di calcio, caratteristiche anche di mentalità, di coraggio nell’andare a pressare, nella voglia di giocare e nel talento. Prendo una squadra quarta in classifica, ma questo per me è uno stimolo ancora maggiore».

GUARDIOLA – «Pep è un allenatore inarrivabile, lo ha dimostrato in Inghilterra, in Germania e in Spagna. Ci ho parlato domenica sera. E’ felice che sia arrivato qua, mi ha parlato molto bene del club e mi ha detto che sarà sempre pronto ad aiutarmi nel caso in cui avessi bisogno. Tranne nelle sfida che giocheremo contro di loro ovviamente».

OBIETTIVI – «Serve migliorare il risultato dello scorso anno, quindi stare nelle prime dieci posizioni della Premier League».

PRIME IMPRESSIONI – «Abbiamo tanti giocatori forti, ho visto tante delle ultime partite e ho studiato ogni singolo giocatore, uno per volta. La squadra in campo sa cosa fare, ha uno stile ben chiaro e credo che la perfezione non possa esistere, c’è sempre qualcosa da migliorare. Poi un conto è vederli dalla tv, un conto è vederli dal vivo e un conto è allenarli. Qualche idea, qualcosa da cambiare, è già nella mia testa, ma senza stravolgere niente. Credo che si possa comunque sempre migliorare e questa è la mia volontà, il mio obiettivo. Per me questa è una grande sfida, vengo nel campionato più importante del mondo e per me è motivo di orgoglio essere in un club giovane, un club serio e con le idee chiare. Arrivo in una squadra collaudata, che va bene, e arrivo in punta di piedi perché so dove arrivo a lavorare. Però arrivo con la mia personalità, voglio fare ciò di cui sono capace portandomi dietro le mie esperienze e ciò che so fare. Ho giocatori di grande talento, credo che ci siano le possibilità di fare un grande lavoro».

SIMILIARITÁ CON IL SASSUOLO – «Ci sono. Anche come età dei giocatori. La mentalità del club e della proprietà è simile, ma pure nell’attitudine dei giocatori vedo dei punti di contatto. Ovviamente parliamo di due campionati con stili diversi, ma come club sono molto simili».

UCRAINA – «La scelta di andare in Ucraina è stata particolare, potevo restare in Serie A ma ho scelto di andare allo Shakhtar, è stata una scelta voluta per il club e per i giocatori che aveva, così come per la possibilità di giocare la Champions. Tutto mi sarei aspettato tranne l’epilogo dello scorso febbraio. E’ stato brutto, non solo per la guerra ma anche perché ho dovuto lasciare una creatura che stava nascendo, ora voglio lavorare con la stessa passione e la stessa serietà che avevo messo fino a quel giorno. Mi porto dietro quella esperienza, la dignità del popolo ucraino e dei giocatori che ho allenato».