Come gioca il Valencia di Celades, prossimo avversario dell'Atalanta
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Come gioca il Valencia di Celades

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Come gioca il Valencia di Albert Celades, prossimo avversario dell’Atalanta agli ottavi di Champions League

Celades si è seduto sulla panchina del Valencia in una situazione rovente, dopo il brutale esonero di Marcelino – l’uomo che aveva risollevato le sorti della squadra – da parte della proprietà. Subentrato a settembre, l’ex allenatore dell’Under 21 spagnola si è trovato una squadra cucita su misura per il suo predecessore: e infatti, a febbraio inoltrato, dal punto di vista tattico non c’è molta discontinuità nei principi di gioco.

Un 442 molto italiano

Marcelino era definito l’allenatore più italiano di Spagna. Le sue squadre si sono sempre distinte per un 442 corto e compatto senza palla, con la solidità difensiva che è stata una delle principali chiavi tattiche delle stagioni passate. I Murcielagos, infatti, non amano pressare in avanti: preferiscono anzi restare bassi e senza palla per larghe fasi del match, bloccando il centro del campo e indirizzando gli avversari in fascia. Una compattezza che si vede soprattutto nelle situazioni in cui ci si schiaccia dietro.

Un dato indicativo: il Valencia è la squadra della Liga con l’indice PPDA più basso. In pratica, è la squadra che in media concede più passaggi prima di effettuare un intervento difensivo. Insomma, una statistica che fotografa bene l’indole degli spagnoli, che privilegiano una difesa di posizione più attendista.

Nella slide sopra, si vede il blocco medio che ha stroncato il Barcellona al Mestalla. I blaugrana, con il centro bloccato, allargano il gioco a sinistra su Jordi Alba: Wass, il terzino destro, è però aggressivo nell’uscita, con i blaugrana che sono costretti a ricominciare da dietro. Per tutta le partita, il Barcellona ha sbattuto contro le due linee valencianiste. L’Atalanta affronterà quindi una squadra che, solitamente, applica una fase difensiva dai principi molto “italiani”.

Privilegiare le corsie esterne

Nel calcio moderno, i 442 diventano solitamente 4231 in fase offensiva, visto che la tendenza attuale è quella di sfruttare maggiormente i corridoi interni. Quello della squadra di Celades, invece, è un 442 molto più verticale e vecchio stampo. I pipistrelli svuotano abbastanza il centro del campo, con le ali che ricevono solitamente molto aperte in fascia, vicine ai terzini.

valencia celades

Un esempio nella slide sopra. Tutti gli esterni, sia alti che bassi, danno ampiezza e giocano molto vicini tra di loro. Il Valencia attacca soprattutto così, ossia tramite continue combinazioni sulle catene laterali: sia palleggiando sul breve che tramite cambi di gioco, si cerca di servire i laterali in corsa, permettendo loro di aggredire la profondità e andare al cross. Nell’azione sotto, Soler si defila e premia la sovrapposizione interna di Gaya, che si inserisce tra terzino e difensore avversario.

valencia real madrid gaya

Con i continui problemi fisici di Guedes, il Valencia di quest’anno attacca soprattutto a destra (il 39% della manovra offensiva arriva da quel lato). Non a caso, Wass e Ferran Torres (rispettivamente terzino e ala), sono tra i maggior rifinitori della squadra, con 9 assist complessivi. Il talento spagnolo, tra i più chiacchierati in chiave mercato, è il giocatore che più crea superiorità numerica, con 4.2 dribbling ogni 90′.

In questo modo, ossia rifinendo tramite corsie esterne, il Valencia riesce a esaltare le grandi doti fisiche di Maxi Gomez, che nel gioco aereo ha pochi eguali in Europa (9 gol fin qui in Liga per l’uruguagio, capocannoniere della squadra). Quando però si affrontano difese chiuse, il Valencia spesso si rivela sterile: dipendere così tanto dalle fasce è un limite, in quei frangenti si nota tanto la mancanza di un fraseggio interno più elaborato in grado di muovere la struttura difensiva avversaria. I Murcielagos, invece, attaccano poco negli spazi intermedi, che servono più che altro per poi allargare il gioco sulle corsie esterne.

L’importanza di Rodrigo e Parejo

In una squadra che tende a svuotare così tanto il centro, il contributo di Rodrigo è fondamentale. Con le ali quasi sempre larghe, i movimenti tra le linee dell’attaccante sono determinanti, di fatto è il principale riferimento in zone interne del campo. Oltre a venire incontro e dare soluzioni di passaggio, Rodrigo è sempre tempestivo nell’allargare il gioco di prima sugli esterni, per poter sfruttare le combinazioni in fascia. Inoltre, si muove spesso in orizzontale per combinare con ala e terzino, aiutando così la rifinitura per vie esterne.

Parejo, invece, è il principale regista della squadra. Oltre a essere un leader insostituibile all’interno del gruppo, si tratta di un giocatore che catalizza su di sé buona parte della manovra. Soprattutto nell’uscita da dietro, visto che Parejo è per distacco il calciatore che effettua più passaggi ogni 90′: ben 65.  Oltre alla grande pulizia tecnica sul breve, svetta per i cambi di gioco: ne azzecca 6.9 ogni 90′, record nella squadra. Un esempio nella slide sotto, in cui effettua un chirurgico cambio di campo che serve Gaya in profondità. Qualità fondamentale in una squadra che, come abbiamo visto, attacca soprattutto sfruttando le fasce

valencia parejo

Forse anche per la poca serenità a causa di una turbolenta situazione societaria, il Valencia ha patito il cambio di guida tecnica. La squadra non è continua come ci si augurava, e i 34 gol subiti fin qui mostrano la poca solidità. Si tratta comunque di una formazione che si esalta nei top match: oltre alla vittoria del girone di Champions, ha battuto il Barcellona e sfiorato il successo contro Real Madrid e Atletico. L’Atalanta non dovrà assolutamente sottovalutare l’avversario.