Conte alla tv tedesca "Ard": «Stiamo scrivendo una pagina della storia»
Connettiti con noi

News

Conte alla tv tedesca “Ard”: «Stiamo scrivendo una pagina della storia»

Pubblicato

su

Conte Coronavirus

Giuseppe Conte, presidente del Consiglio, ha concesso un’intervista alla tv tedesca “Ard”: le parole del Premier sull’emergenza Coronavirus

Giuseppe Conte ha rilasciato un’intervista alla televisione tedesca “Ard” per parlare dell’emergenza Coronavirus in Italia e in Europa. Ecco le dichiarazioni del Presidente del Consiglio, riproposte attraverso una diretta Instagram dello stesso Premier.

ITALIA – «L’Italia si trova nella fase acuta dell’emergenza, abbiamo una grande ferita che si allarga. Ce la faremo, usciremo da questo tunnel, vinceremo questa sfida. Dobbiamo stare attenti anche se il numero sembra abbassarsi».

ESEMPIO ITALIA – «Sin dall’inizio ci siamo costantemente confrontati con scienziati ed esperti. Abbiamo messo avanti la tutela dei cittadini e adottato misure di contrasto che abbiamo declinato con criteri di adeguatezza, proporzionalità e gradualità. Infine massima trasparenza nei confronti dei cittadini».

CORONABOND – «Se la reazione non sarà coesa e coordinata l’Europa diventerà sempre meno competitiva sul mercato. Questo meccanismo degli Eurobond non significa che di fronte alla ricostruzione i cittadini tedeschi pagheranno i debiti italiani. Significa creare una reazione comune».

AIUTI ALL’ITALIA DALLA GERMANIA«Io rispetto le opinioni della Merkel, e rispetto le opinioni di tutti, però attenzione: non stiamo parlando di uno shock asimmetrico. Non ci sono tensioni solo in un singolo Paese: come si può, di fronte ad una sfida epocale, ricorrere a strumenti pensati in altri tempi per accompagnare singoli Stati? Chiariamolo: l’Italia i debiti li ha sempre pagati. Ha avuto tensioni finanziarie, ma dal 2011 ha un avanzo primario positivo».

APPELLO AI TEDESCHI«Io e la Merkel abbiamo espresso due visioni diverse durante la nostra discussione. Ne approfitto e lo dico a tutti cittadini tedeschi: noi non stiamo scrivendo una pagina di un manuale di economia, stiamo scrivendo una pagina di un libro di storia».