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Nel Milan milionario Cutrone rischia di giocare più di quanto si aspetti

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Nell’estate degli acquisti milionari è il baby – non tanto baby – del settore giovanile rossonero a far parlare di sé: Patrick Cutrone insospettabilmente al centro del Milan di Montella

L’estate del grande rilancio, prima o poi doveva arrivare dopo una serie di stagioni senz’altro non all’altezza del blasone rossonero: Milan ora rinvigorito dai milionari approdi di Bonucci, Musacchio, Conti, Rodriguez, Biglia, Kessié, Calhanoglu, André Silva, Borini ed ultimo ma non ultimo Kalinic dalla Fiorentina. Senza dimenticare il delicato rinnovo contrattuale firmato dalla stella Gigio Donnarumma, ad un passo dall’addio in questa rovente e turbolenta stagione rossonera. L’evidenza parla chiaro e forte: Marco Fassone e Massimiliano Mirabelli – assoluti protagonisti dell’attuale sessione di calciomercato italiana ed internazionale – non si sono fatti mancare nulla. Forse, a voler essere puntigliosi, il tanto atteso grande colpo in attacco: ammesso che questo non sia già in casa. Vero Patrick Cutrone?

Patrick Cutrone, l’identikit

Casa Milan, prodotto del parco giovanile rossonero. Classe ’98, appena diciannovenne ma con una stazza fisica già importante, 27 reti all’attivo nella trafila delle nazionali cosiddette Under. Uno che non si emoziona troppo, che non bada ad altro se non al cartellino, a timbrare, a lasciare un segno evidente della sua presenza. Ha fiuto del gol, del resto lo si è potuto osservare già in queste primissime battute stagionali: in rete nei preliminari di Europa League, si è ripetuto a Crotone all’esordio in campionato del nuovo Milan. Nuovo sì, in primis a partire dalle sue rinnovate e ritrovate ambizioni. Ma non stoppiamo l’analisi alla confidenza con la porta avversaria: dallo Scida è giunto un credibile saggio delle sue qualità. Attacca lo spazio a disposizione e si procura il calcio di rigore che di fatto spiana la strada alla comoda vittoria rossonera, fa lo stesso in occasione del gol personalmente firmato, aggredendo i pochi metri disponibili sul primo palo per fiondarsi sul perfetto assist di Suso. Non pago del tutto ha ricambiato il favore allo spagnolo, vestendo i panni dell’assist-man e dunque invertendo i ruoli: testimonianza della sua abilità nella lettura delle situazioni. Gioca di squadra, già ora, già oggi, senza che il suo allenatore Vincenzo Montella abbia dovuto lavorarci più di tanto. Del resto, ogni riferimento a Carlos Bacca non è puramente casuale, gli attaccanti slegati dal comparto complessivo con il tecnico partenopeo fanno poca strada e presto finiscono ai margini del progetto. Cutrone ha invece stregato Montella proprio per la capacità di far parte di un nucleo.

Cutrone e lo stato dell’arte nel Milan

Vincenzo Montella – praticamente per l’intero precampionato e per l’avvio di stagione ufficiale – ha preferito Cutrone ad André Silva: l’acquisto da 40 milioni che aveva riacceso il fervore della piazza rossonera. C’era, era a disposizione, eppure l’asso portoghese ha dovuto contendere il posto da titolare al giovanissimo attaccante italiano. Un apparente controsenso che ha trovato invece logica spiegazione nell’esplosione di Cutrone: Montella si è reso conto di avere tra le mani un potenziale di spessore e – non essendo tecnico che si formalizza di fronte all’ovvio – non ha fatto sconti alle sue convinzioni. Ha ritenuto Cutrone in grado di dire la sua nel Milan dei grandi ed è stato prontamente ripagato dalle convincenti prestazioni del suo baby bomber: ora richiesto da diversi club di Serie A, ma salvo colpi di scena non se ne farà nulla. Patrick Cutrone resterà al Milan, nonostante il fresco approdo di Nikola Kalinic. Che, considerate le caratteristiche similari, inevitabilmente andrà a sottrargli spazio, essenzialmente qualora l’impianto tattico principale dovesse risultare il 4-3-3. In quel caso, con la necessità di impiegare un solo riferimento centrale, i tre centravanti a disposizione di Montella di fatto si ritroverebbero a battagliare per un solo posto. Con il croato espressamente richiesto dal tecnico per la sua capacità di leggere i movimenti della squadra e favorirne lo sviluppo tattico, con André Silva che sulla carta deve essere considerato il valore aggiunto. Eppure baby Cutrone è lì a giocarsela.

La soluzione tattica che agevolerebbe Cutrone

Del resto come privarsi a cuor leggero di qualcuno che alla prima di campionato firma gol, assist e si procura un calcio di rigore? A chi lo rileverà sarà richiesto di rendere sugli stessi standard. Ma nelle intenzioni di Montella si palesa una soluzione tattica che potrebbe favorirne l’impiego: il pieno recupero di Alessio Romagnoli potrebbe, quantomeno in determinate situazioni, consigliare il passaggio alla difesa a tre. Per valorizzare in pieno il roboante acquisto di Bonucci, nonché per garantire massima solidità alla squadra e favorire le caratteristiche di spinta che i due nuovi esterni – Conti e Rodriguez – presentano sui rispettivi curriculum. In quel caso il modello tattico di riferimento potrebbe diventare il 3-5-2 che fu di Conte nei primi passi della sua Juventus, o perché no il 3-4-1-2 con l’utilizzo di un trequartista libero di cercarsi la fetta di campo più incline alle proprie attitudini. Con il passaggio dunque ad un attacco a due punte, gli spazi per gli attaccanti risulterebbero maggiori: la formazione titolare aprirebbe le porte a due pedine tra André Silva, Kalinic, Cutrone e Borini (difficile ipotizzare Suso nel ruolo di seconda punta), ragion per cui il minutaggio del classe ’98 andrebbe con ogni probabilità ad aumentare. Mobile, dinamico, predisposto al sacrificio, è dunque da considerare anche come un’arma tattica nello scacchiere di Montella: i suoi movimenti possono liberare spazio per un altro attaccante o può essere lui a sfruttare i varchi aperti dal lavoro di un collega. Montella sa di avere qualcosa di speciale tra le mani: il colpo da novanta non è arrivato, ma guai a toccare Cutrone ai tifosi rossoneri.