Eriksen: «Vi spiego perché ho scelto l'Inter. Quarantena? Non è semplice»
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Eriksen: «Vi spiego perché ho scelto l’Inter. Quarantena? Non è semplice»

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Il centrocampista dell’Inter Eriksen ha parlato del suo approdo in Italia ma anche della sua quarantena

Lunga intervista per Christian Eriksen, centrocampista dell’Inter. Il calciatore ha parlato al quotidiano danese Jyllands-Posten, raccontando la sua quarantena ma anche il suo arrivo all’Inter. Ecco le sue dichiarazioni.

L’INIZIO DELLA QUARANTENA – «Pensavo di stare con Lukaku e Young, anche loro nuovi all’Inter, ma dovevano pensare alle loro famiglie e avere un ospite sul divano per 14 giorni è molto tempo. Sono finito presso la struttura di allenamento del club insieme a uno chef e a cinque allenatori del club che sono rimasti lì in quarantena per proteggere le proprie famiglie. Ora sono passate sette settimane, la mia famiglia mi ha raggiunto. Non ho mai avuto così tanto tempo libero e molto lontano dal calcio ma non c’è modo di fare molto. Non dobbiamo lamentarci perché ci sono persone in una situazione più difficile ma rispetto alla vita di tutti i giorni a cui ci siamo abituati, è molto diverso».

LA POLIZIA – «Sono stato fermato dalla polizia in centro a Milano. Nel mio cattivo italiano ho dovuto spiegare cosa stavo facendo, ho dovuto mostrare i documenti e anche dove stavo andando e cosa avrei fatto».

GLI ALLENAMENTI – «E’ difficile allenarsi in un seminterrato ma dobbiamo lavorare per rimanere in forma. Il club ci ha inviato una cyclette e un programma di allenamento. Seguiamo molti degli stessi piani dietetici di prima e devi allenarti con ciò che puoi, ma c’è meno esercizio fisico e un po’ più di tempo per stare sul divano».

L’ARRIVO ALL’INTER – «Lasciare il Tottenham per l’Inter mi è sembrata la cosa più giusta da fare. L’Inter era desideroso di prendermi e questo è stato importante. Alcuni tifosi del Tottenham saranno arrabbiati perché ho detto che qui c’era più possibilità di vincere qualcosa ma in Inghilterra il numero alto di squadre inglesi forti rende solo più difficile vincere. Comunque, ho ottimi ricordi al Tottenham. Qui in Italia è tutto diverso ma sono stato accolto molto bene. Devo lavorare per inserirmi in un gruppo già formato, devo imparare il modo di giocare dell’allenatore e devo imparare la lingua».