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Italia, Tavecchio: «Lotto per Conte»

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Il presidente della FIGC cerca una soluzione per la Coppa Italia

Ospite d’onore alla Dacia Arena per l’inaugurazione del nuovo stadio dell’Udinese, Carlo Tavecchio durante la cerimonia di presentazione ha ribadito la centralità dei diritti e delle necessità dell’Italia di Antonio Conte per la preparazione degli Europei.

DECISIONE INATTESA – «La Federazione prende atto di quanto è stato deliberato, avevamo ottenuto un anno fa assicurazioni diverse. Si rende necessario per il futuro regolamentare l’utilizzo delle Nazionali soprattutto in presenza di competizioni mondiali ed europee, non è più possibile pensare che gli interessi delle Nazionali siano inferiori a quelli delle Leghe. Gli interessi della Nazionale saranno un obiettivo che la Federazione si impegnerà a regolamentare. Nel frattempo sto cercando di comporre una situazione che potrebbe verificarsi in maniera diversa una volta conosciute le finaliste di Coppa Italia per poter trovare soluzioni e venire incontro alle esigenze del commissario tecnico che si era cullato dell’idea di chiudere sei giorni prima», ha dichiarato il presidente della FIGC, come riportato dal Corriere dello Sport.

SACRIFICIO – La maglia azzurra non ha più grande appeal per i giocatori? Tavecchio replica: «Credo che i nostri atleti siano orgogliosi di giocare in Nazionale che ha un forte collettivo. La filosofia di Conte è quella del sacrificio. Per questo abbiamo bisogno di più tempo». E candida l’Italia come paese organizzatore di avvenimenti calcistici importanti: «Abbiamo già chiesto di ospitare manifestazioni sportive, come i tornei Under 21. Con i nuovi orizzonti internazionali credo che l’Italia avrà più peso che in passato».

PROGETTI – Infine, Tavecchio ha parlato della Dacia Arena e dell’importanza della ristrutturazione degli impianti italiani: «Vorremmo disputare qui la partita amichevole Italia-Spagna del 24 marzo per ringraziare e dimostrare la vicinanza della Federazione a questa terra. Gli stadi devono essere ristrutturati come ha fatto l’Udinese, non abbiamo bisogno di occupare altri spazi e cementificare. Eravamo vicini all’obiettivo quando eravamo in predicato per ottenere l’Europeo che poi fu assegnato a Polonia e Ucraina. C’erano otto stadi finanziati con una strana ma intelligente operazione di intervento delle società e dei Comuni, con finanziamento dello Stato. Non ottenendo l’assegnazione, il progetto non è stato portato avanti. Non credo sia difficile ricostruire quello spirito e con le sinergie realizzare gli obiettivi».