Mancini boccia Kean, Nazionale senza la variabile impazzita
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Editoriale

Mancini boccia Kean, Nazionale senza la variabile impazzita

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Tra gli esclusi di Mancini dai convocati della Nazionale per Euro 2020 c’è Moise Kean, una scelta che fa discutere

A una decina di giorni dall’esordio agli Europei, prende sempre più forma la Nazionale di Roberto Mancini, ma non di Moise Kean. Il grande talento cresciuto nella Juventus non farà parte della spedizione azzurra, dopo essere stato estromesso dalla lista dei 28 convocati.

Una notevole delusione per il classe 2000 e certamente una sorpresa per molti tifosi italiani, che avranno invece senza troppa fatica digerito le esclusioni dei vari Castrovilli, Biraghi, Grifo, Lazzari, Ferrari e Raspadori. Il carattere bizzoso di Moise sembrava proprio in questa stagione giunto a discreta maturazione, al culmine di un percorso con il Paris Saint Germain che lo ha visto spesso e volentieri protagonista al punto anche di relegare un certo Icardi in panchina. Oltretutto il Mancio in più occasioni aveva dimostrato di apprezzarne le qualità, ricevendo in cambio prestazioni all’altezza della situazione.

Forse il Commissario Tecnico non avrà gradito la fumosa performance contro San Marino, forse la condizione fisica di Kean non fornisce le necessarie garanzie, forse l’atteggiamento osservato in questi primi giorni di ritiro non è piaciuto. Forse una o forse tutte, le ragioni della bocciatura sono lecite e indiscutibili.

Sta di fatto, però, che questa scelta priva la nostra Nazionale di una variabile impazzita pressoché unica. Se c’è un giocatore che per caratteristiche tecniche, atletiche e temperamentali può stravolgere una partita che non gira per il verso giusto, ecco, quello è proprio Moise. Al netto di un tridente titolare che ai lati di Immobile o Belotti potrebbe prevedere Chiesa e Insigne, Mancini ha preferito altre carte da pescare nel mazzo della panchina.

Berardi, Politano e Bernardeschi, tre calciatori che amano calcare le medesime porzioni di terreno, per molti versi simili anche per attitudini e qualità. Nessuno di loro, però, ha i colpi da fenomeno che possiede Kean. Insomma, il CT è andato sul sicuro puntando sull’affidabilità e sulla concretezza. Ma se il piano A dovesse fallire e il piano B non garantisse il cambio di marcia, un piano C folle e spregiudicato ci mancherà. Ma speriamo di no, naturalmente.