Nicchi: «Fallo di mano? In Italia non si danno più rigori»
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Nicchi: «Fallo di mano? In Italia non si danno più rigori»

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Marcello Nicchi ha smentito le recenti polemiche sulla classe arbitrale: le parole del presidente dell’AIA

Marcello Nicchi, presidente dell’AIA, ha parlato ai microfoni di Rai Sport dopo le recenti polemiche legate alla classe arbitrale.

JUVENTUS ATALANTA – «È stata una partita godibile in cui c’è stato un arbitraggio all’altezza della situazione. Non è vero che in Italia c’è un regolamento e un’applicazione diversa. Voglio fare un applauso al mio ex collega Pieri che ogni volta che parla di spiegazione di regole dà una visione dal punto di vista della tecnica arbitrale. L’Italia non è un Paese a se stante a livello calcistico, per esempio Rizzoli ogni settimana sente i designatori delle principali leghe europee e fanno il punto sull’applicazione delle regole. Non è vero che in Italia si danno più rigori che all’estero. La Spagna, dall’ultimo confronto, ha gli stessi rigori dell’Italia. Bisogna incominciare a ragionare in modo diverso, può darsi che ci siano campionati dove i giocatori stanno più attenti, poi ogni partita ha una storia a sé».

FABBRI – «Ci siamo sentiti dire che gli arbitri andavano poco al VAR, poi hanno iniziato a dire che ci andavano troppo. Nel calcio sbagliano i calciatori e allo stesso modo sbagliano anche gli arbitri».

VAR – «Non voglio né potrà mai pensare che un arbitro di Serie A sbagli intenzionalmente. La cosa migliore da fare quando si sbaglia è riconoscerlo. Noi siamo in una fase di crescita in cui si stanno creando i professionisti del VAR e per fare questo serve un po’ di tempo. Io vedo grandi miglioramenti anche in questa stagione in cui, a causa della chiusura degli stadi, si vedono partite in ambienti un po’ surreali. Faremo un resoconto di quella che è stata la stagione per cercare di migliorare e cercheremo di tirare fuori un protocollo che non sia modificabile tutti gli anni, altrimenti si fa confusione. A quello si dovranno attenere tutti».

FALLO DI MANO – «Un passo indietro non direi, semmai un passo in avanti per migliorare cose che potrebbero essere diverse. Sono ragionamenti che dovranno fare gli esperti, ma cambiare le regole anche in meglio ogni 15 giorni non è la cosa migliore da fare».