Real Madrid: in cosa Ancelotti dovrà distinguersi da Zidane
Connettiti con noi

Calcio Estero

Real Madrid: in cosa Ancelotti dovrà distinguersi da Zidane – ANALISI TATTICA

Pubblicato

su

ancelotti real madrid

Nella sua nuova avventura al Real Madrid, Carlo Ancelotti è chiamato a rinnovare la rosa senza commettere gli stessi errori di Zidane

Il secondo ciclo di Zidane al Real Madrid è stato agrodolce. L’allenatore francese ha senza dubbio avuto il grosso merito di raddrizzare una barca che stava affondando, vincendo la Liga nel 2020 e lottando fino all’ultima giornata nella stagione 2020-2021. Ha però avuto grossi dissapori con la società, come è emerso nella lettera fatta uscire da Zidane su AS il giorno dopo le sue dimissioni: il tecnico transalpino si è detto molto deluso della mancanza di sostengo avuto dalla Presidenza, che addirittura faceva trapelare ai giornalisti voci di esonero in caso di una prossima sconfitta.

Al netto delle divergenze umane, il club è stato molto deluso dalla mancata valorizzazione dei giovani. Zidane era stato ingaggiato per aprire un nuovo ciclo: oggi possiamo dire che tutto ciò non è riuscito. Il transalpino, trascinato dalla vecchia guardia, ha solo allungato il tramonto del primo ciclo invece di avviarne uno nuovo. Nonostante fosse tornato con pieni poteri, non è riuscito a tracciare con chiarezza un percorso per disegnare il Real Madrid del futuro.

Pesano poi alcune valutazioni di campo completamente sbagliate da Zidane. Tra le varie cose, il francese non vedeva assolutamente Marcos Llorente, chiedeva anzi una mezzala box-to-box, con Pogba come principale obiettivo (che però costava troppo). Nell’altra sponda di Madrid, Llorente – da mediano difensivo – è stato trasformato da Simeone in una delle migliori mezzali offensive d’Europa, un concentrato di tecnica e atletismo: 11 gol e 10 assist per lui nell’ultima Liga, tra i principali trascinatori dell’Atletico Madrid campione di Spagna e grande rimpianto dei blancos. Inoltre, il mercato è stato caratterizzato da parecchi errori: oltre alle uscite a cuor leggero di Hakimi e Theo Hernandez, Jovic e Hazard sono stati due maxi investimenti fallimentari.

Cosa ci si aspetta da Ancelotti

In questo contesto dovrà andare ad operare Carlo Ancelotti nel suo nuovo Real Madrid. L’ex Everton è visto dal club come una figura molto brava a gestire lo spogliatoio e a legare con la rosa. Tant’è che i calciatori blancos conservano un meraviglioso ricordo umano del biennio 2014-2016. Tuttavia, rispetto ad altre sue esperienze, Ancelotti non è semplicemente chiamato ad allenare una rosa di campionissimi, fatta e finita, pronta per vincere tutto. Il tecnico italiano si trova in un club che da anni sta tentando di aprire un nuovo ciclo (e finora è andata male). Il Madrid, che ha da poco salutato Ramos e si appresta a lasciare andare via Varane, vuole fare un profondo rinnovamento del gruppo. Quando c’erano divergenze tra giocatori e Presidenza, Zidane si era messo dalla parte dei primi: qualcosa che Florentino Perez si augura che non succeda con Ancelotti.

Fermin de La Calle ha scritto questo su “El Confidencial: “La Zidanizzazione di Ancelotti sarebbe un pessimo segno sia per il Real Madrid, sia per il momento che sta vivendo Florentino Perez con gli audio che sono usciti. Il club si aspetta che Ancelotti sappia gestire bene il momento e sappia mantenersi in una posizione neutrale senza trincerarsi dietro le posizioni dei giocatori, cosa fatta da Zidane negli ultimi mesi“.

Ora che nel ritiro si aggiungeranno anche gli ultimi giocatori assenti, l’ex tecnico anche del Milan dovrà avere la personalità e l’abilità di scegliere su quali calciatori puntare e chi invece scartare. Ricordiamo che il Real Madrid ha una rosa molto ampia, con tanti calciatori ormai non più nei piani del club che possiedono uno stipendio pesantissimo (Isco, Marcelo e Bale su tutti). La società sta tentando disperatamente di ridurre il monte ingaggi, e proprio qui si chiederà molto ad Ancelotti. Etichettato (in maniera molto sintetica) come “gestore”, in questa sua nuova avventura Carletto dovrà invece plasmare il futuro del club.

Di certo, avere fatto esordire Odegaard (mai considerato da Zidane e mandato in prestito all’Arsenal a gennaio) nelle prime uscite può essere già considerato un indizio sulla voglia di Ancelotti di puntare maggiormente si giovani.