Sanremo Massimo Ranieri: «Pazzo per il Napoli: adoravo Krol, Maradona un artista, un peccato non averlo conosciuto. Ma nel cuore ho anche il Toro: dal Grande Torino a Meroni»
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Sanremo Massimo Ranieri: «Pazzo per il Napoli: adoravo Krol, Maradona un artista, un peccato non averlo conosciuto. Ma nel cuore ho anche il Toro: dal Grande Torino a Meroni»

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Massimo Ranieri

Le parole di Massimo Ranieri, in gara a Sanremo con ‘Tra le mani un cuore’, sulla sua passione per il calcio: dal Napoli di Maradona a quello di oggi

Massimo Ranieri è tra i cantanti in gara a Sanremo con Tra le mani un cuore e nel suo cuore c’è anche molto spazio per il calcio, Napoli ovviamente, ma non solo. Di seguito le sue parole a Tuttosport.

AMORE PER IL NAPOLI – «Certo! Un amore immenso. Tra le altre cose, poi, Diego cantava spesso “Perdere l’amore”. Mi sono arrivati tanti di quei filmati… Questa cosa mi riempiva di gioia. Il mio dispiacere, semmai, è che non l’ho potuto conoscere. Stringere la mano a questo piccolo grande uomo sarebbe stato un onore. Non era solo un giocatore immenso come Pelé, come Di Stefano, come Cruijff: lui era, oserei dire, un artista».

MASSIMO RANIERI COME CALCIATORE – «Io giocavo a Roma quando organizzavamo cantanti contro discografici. Sfide bellissime. Ero un’ala destra. Ho smesso perché all’epoca, parliamo del 1969-70, ero fragilino e accadde un episodio che mi fece riflettere. In un contrasto sulla fascia laterale un ragazzone mi diede una spinta in velocità e mi fece volare a terra così rovinosamente che mi ruppi il polso. Capii che non potevo più giocare e rischiare di farmi male visto che ero già entrato nella dimensione teatrale. Era una questione di responsabilità e rispetto verso la compagnia di cui facevo parte: se mi fermavo io, si fermavano le famiglie intere. Dunque con grande dolore ho dovuto rinunciare alla mia grandissima passione».

GLI PIACE QUESTO NAPOLI – «No, non mi piace… Di più! Mi piace tanto, tanto, tanto! Certo, alla prima partita abbiamo beccato tre gol dal Verona ed è stato un po’ umiliante, ma poi questo signore che si chiama Conte ha preso confidenza con la squadra e con l’ambiente, dunque ha reso il Napoli una cosa pazzesca: la squadra più bella che c’è in Italia, per come gioca. Un bel duello col Napoli di Spalletti. Dei giocatori mi piace tantissimo Anguissa: lui sfiora l’erba, è una piuma. E ora, grazie ad Antonio che l’ha messo quasi centravanti, fa anche i gol. Non aveva mai segnato così».

UNA PARTITA DEL NAPOLI CHE GLI É RIMASTA NEL CUORE – «La più grande tenerezza è stata quella che mi ha trasmesso il popolo napoletano quando abbiamo vinto lo Scudetto per la prima volta. Una gioia immensa. Una festa che più festa non si può. E con che squadra! Careca, Giordano, Maradona, Carnevale… Tra i miei azzurri preferiti c’è anche Ruud Krol: un altro gigante del calcio! Ci mancava solo che si mettesse in porta, per il resto giocava in tutti i ruoli. Partiva da dietro e andava a fare pure gol. Però le dico che oltre al Napoli, di cui ovviamente sono pazzo, c’è un’altra squadra mitica, del passato, che mi suscita grandi emozioni».

GRANDE TORINO E MERONI – «Il Torino. Meglio, il Grande Torino. Della tragedia di Superga mi parlava sempre mio padre. Piangeva, mentre mi raccontava di quegli eroi. I campioni su quell’aereo per lui erano dei miti. Bacigalupo, Ballarin, Maroso, Grezar… Mazzola. Lui la conosceva a memoria, quella rosa. L’ha insegnata anche a me. E poi ho amato follemente Gigi Meroni: uno che dice no alla Nazionale pur di non tagliarsi i capelli, ma vi rendete conto?».

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