Serie A, come si sono rinforzate le neopromosse - Calcio News 24
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Serie A, come si sono rinforzate le neopromosse

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Le scelte di calciomercato effettuate da Spal, Verona e Benevento: come si sono strutturate le tre neopromosse per affrontare il grande salto in Serie A

Archiviata la sessione estiva di calciomercato è tempo di primissimi bilanci anche per quanto concerne le dinamiche seguite dalle tre neopromosse: Spal, Hellas Verona e Benevento, come hanno scelto i tre club di approcciare alla Serie A 2017-18? Neanche a dirlo campionato oltremodo competitivo, che non permette di accumulare ritardi o di presentarsi al nastro di partenza con un deficit tecnico particolarmente evidente. Tra chi ha cambiato molto – se non tutto – e chi ha invece scelto sostanzialmente di puntellare l’organico della promozione, segue un’analisi delle mosse di calciomercato firmate Spal, Verona e Benevento.

Spal, tanta fiducia nel serbatoio

La partenza razzo – quattro punti nelle due gare di campionato disputate sul campo della Lazio e contro l’Udinese – non pare essere casuale: innanzitutto, rispetto a Verona e Benevento, la base di partenza è differente, si costruisce infatti sull’organico più solido dei tre, quello valso la vittoria dello scorso campionato di Serie B. Su una torta sostanziosa sono state aggiunte ciliegine degne di nota: Borriello su tutti, neanche a dirlo, è proprio lui la pedina in grado di capitalizzare la produzione offensiva e portare in dote quei numeri necessari a sorreggere l’ambizione salvezza. Con gli altri innesti Paloschi e Bonazzoli e con chi c’era già – Floccari ed Antenucci – va a comporre un attacco di comprovato valore e di gran lunga superiore alle colleghe provenienti dalla B: il resto spetta all’organizzazione generale che saprà mettere sul tavolo Leonardo Semplici, alla prima esperienza nella massima serie – autore del doppio salto di categoria firmato dalla Spal, per lui lo scorso campionato è stato il primo e l’unico vissuto in Serie B dopo la gavetta delle serie inferiori – ma forte di un gruppo che può stupire. Lazzari la freccia, Rizzo il jolly, i nuovi innesti Grassi e Viviani vanno ad accrescere l’esperienza della mediana, stesso discorso in difesa per Vaisanen, Salamon ed Oikonomou, innestati in un reparto che – a protezione di super Meret – aveva già palesato una certa solidità nella seconda parte del campionato di Serie B, protagonisti del crescendo con cui la Spal si è assicurata la storica promozione. La sensazione è quella di un certo equilibrio raggiunto – o meglio raggiungibile – tra nuovi innesti e conferme: la Spal di Semplici può funzionare.

Verona, un’estate di… cassanate

Passare un’intera estate o quasi appesi ai dietrofront di Antonio Cassano è qualcosa che non può essere addebitata ad Antonio Cassano, quanto a chi ha scelto di percorrere questa strada: ogni commento lascia oggettivamente il tempo che trova. Situazione che ha certamente influito sulla costruzione dell’attacco: la carta dell’ultima ora Moise Kean compensa in parte l’immobilismo generato dai comici ripensamenti del calciatore pugliese. Così come l’innesto di Cerci – tangibile sulla carta – va interpretato alla luce di quel che accadrà: sarà in grado di invertire la parabola discendente sulla quale si è tristemente indirizzato? Il classe ’96 Daniele Verde può in tal senso ritagliarsi uno spazio importante. Qualche sorriso in più in mediana: i confermatissimi Romulo e Bessa, i fratelli Zuculini ed il neo approdo Buchel possono comporre un reparto piuttosto adeguato nelle caratteristiche, ma che l’allenatore Fabio Pecchia dovrà amalgamare al meglio in corso d’opera. Innesti di rilievo in difesa, il settore più rinforzato dalla finestra estiva di calciomercato: Caceres, Heurtaux e Ferrari rappresentano valori aggiunti da sfruttare a pieno se l’obiettivo salvezza vorrà essere perseguito con cognizione di causa. Qualcosa non torna: le ambizioni immediatamente successive alla promozione sembravano essere di caratura maggiore, l’organico costruito però risponde soltanto in parte.

Benevento, una rivoluzione necessaria

A cambiare più di tutti è stato il Benevento ed è logico che sia stato così, non fosse altro per la base di partenza: i sanniti si sono piazzati al quinto posto nella regular season della scorsa edizione della Serie B, salvo poi aggiudicarsi in modo tanto clamoroso quanto meritato i playoff utili per accedere all’attuale Serie A. Il volume di spesa generato dal club di Vigorito è decisamente più alto rispetto all’omologo di Spal e Verona: investimenti per circa 25 milioni se inseriamo gli obblighi di riscatto pendenti sui contratti che hanno legato Danilo Cataldi e Ledian Memushaj alla Strega. Ecco, partiamo dal centrocampo del Benevento: Cataldi – otto milioni complessivi – è l’acquisto più dispendioso firmato dalle neopromosse dell’attuale Serie A, con il buon dinamismo di Memushaj e le caratteristiche dei confermati Chibsah e Viola, difensive e di aggressione degli spazi il primo, in termini di costruzione della manovra e gestione dei tempi il secondo, compongono una mediana che può fornire al tecnico Marco Baroni una discreta varietà di soluzioni. La guida del Benevento ha scelto di inseguire la strada della salvezza passando dall’ambizione del gioco e non da un approccio timorato e reverenziale, se vogliamo tipico di una matricola della serie. Tutt’altro. Il 4-4-2 puro, con l’impiego di Ciciretti e D’Alessandro sulle corsie – Parigini e Lombardi ottime alternative centrate sul gong del mercato – e dunque di due attaccanti puri da scegliere tra Iemmello, Coda, Armenteros e l’unico superstite della promozione George Puscas, è il reale biglietto da visita del Benevento di Baroni. Una filosofia offensiva che va concretizzata dai gol degli attaccanti: perseguire una certa idea di calcio per poi non trovare chi la canalizza avrebbe il sapore della beffa. A maggior ragione considerando che tale scelta penalizzerà in parte la tenuta difensiva, rispetto ad esempio ad un modulo più accorto quale potrebbe essere quello forte di un centrocampo a tre componenti: l’approdo di Antei rimescola le considerazioni già effettuate, potrebbe farne le spese proprio il deludente Costa di inizio stagione, se l’intenzione è quella di puntare ad occhi chiusi su capitan Lucioni. Venuti e Letizia si contenderanno il posto sulla corsia destra, Di Chiara e Lazaar quello sulla sinistra, tra i pali Belec: ecco, nonostante gli sforzi della dirigenza, l’altro grande dubbio inerisce all’esperienza del comparto difensivo. Il lavoro di Baroni, esperto in tal senso, dovrà superarsi: mostrarsi all’altezza della massima serie vuol dire innanzitutto non subire imbarcate che vanno a condizionare risultato e morale. Work in progress, è cambiato tutto e non poteva essere altrimenti: passa tanto dalla fiducia da concedere al tecnico, anche quando il vento soffierà in direzione opposta.