Torino punto e capo: perché Juric può rilanciare i granata
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Torino punto e capo: perché Juric può far rinascere i granata – ANALISI TATTICA

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Le ambizioni di rilancio del Torino si sposano perfettamente con le caratteristiche di Juric: ecco perché l’ex Hellas è il tecnico giusto per i granata

Con la scelta di Juric, il Torino vuole vivere un’annata più tranquilla e ambiziosa delle ultime due disastrose stagioni. Giampaolo si era rivelato un sostanziale fallimento: il tecnico abruzzese si è sempre distinto per un calcio di possesso tecnico e ambizioso, un po’ l’esatto contrario rispetto allo storico della rosa del Torino. Prendere un allenatore così dogmatico, nell’anomala estate del Covid, senza rifondare la rosa sul mercato è stato un errore che ha presto fatto deragliare il progetto tecnico. Tant’è che non è mai parsa davvero una squadra di Giampaolo, presto costretto a snaturare quasi tutti i propri principi nella speranza di fare punti salvezza.

Ingaggiando Juric, i granata fanno senza dubbio una mossa ambiziosa. Il tecnico croato è stato tra i migliori allenatori delle ultime due stagioni, facendo dei veri e propri miracoli con il Verona: soprattutto nel corso del secondo anno di Serie A, visto che la società aveva venduto molti dei talenti esplosi l’anno prima (Rrahmani, Kumbulla e Amrabat su tutti). Nonostante ciò, l’Hellas è rimasta una delle squadre più ostiche del campionato grazie a un’intensità fuori dal comune e a una grande identità tattica. Tant’è che si parlava di Juric anche in piazze più importanti di Torino.

A differenza di altri allenatori, l’ex Genoa ha dimostrato di non avere bisogno di talento sopra la media per allestire una squadra competitiva. Pur con rose prive di grande qualità, l’Hellas Verona ha fatto bene anche contro le prime della classe, dimostrandosi avversario difficilissimo. In modo simile al suo maestro Gasperini, Juric adotta un sistema di pressing molto aggressivo, ambizioso e fortemente orientato sull’uomo. Nelle gare del Verona, vediamo duelli individuali a tutto campo, con i difensori che spesso escono in zone molto profonde del terreno di gioco. Basti pensare che nell’ultima stagione i veneti sono stati la squadra con l’indice PPDA più basso: in pratica, sono stati la formazione che ha concesso meno passaggi prima di intraprendere un’azione difensiva. Un dato che dimostra bene lo spirito di Juric, il quale cerca di recuperare palla in avanti grazie a un atteggiamento molto aggressivo.

Abbiamo visto molte squadre (anche quelle più tecniche) faticare a palleggiare in modo pulito contro un Hellas che impediva di trovare l’uomo libero.

Questi principi di gioco sembrano più facilmente trasferibili a una squadra come il Torino, che anzi storicamente si è sempre esaltata con formazioni più fisiche e intense. L’intensità di Juric sembra un toccasana per le ultime terribili stagioni dei granata, che devono tornare a essere una squadra ambiziosa e in grado di mettere difficoltà chiunque. Non la formazione alla deriva che abbiamo visto troppe volte. La volontà di Juric di costruire una squadra ambiziosa nel pressing, con il desiderio di recuperare palla in avanti e di mettere il match su binari molto fisici, può avere grande presa nell’ambiente.

Juric sembra il compromesso giusto per rilanciare le ambizioni del Torino. Per il livello dell’allenatore e perché ha dimostrato di saper fare bene anche in contesti non semplici, con rose non particolarmente dotate dal punto di vista tecnico. Inoltre, va rilevato come sotto la sua guida siano esplosi tanti talenti, rivenduti a parecchi soldi: pur applicando un gioco molto aggressivo, Juric è riuscito ad esaltare anche calciatori più estrosi come Zaccagni e Di Marco, rilanciando anche un Miguel Veloso che sembrava sul viale del tramonto. Al Torino serve assolutamente un tecnico in grado di lavorare sui giocatori sia dal punto di vista tecnico che da quello agonistico.