Lazio, Negro: «Così minacciarono le mie figlie...» - Calcio News 24
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2014

Lazio, Negro: «Così minacciarono le mie figlie…»

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L’ex Siena e Lazio in un’intervista a Il Tempo

LAZIO NEGRO SIENA – Paolo Negro come in un incubo. Accusato da alcuni uomini di aver partecipato alla presunta combine della sfida Siena-Lazio del 27 maggio 2007, e poi minacciato, l’ex difensore si presenterà domani in tribunale per l’ennesima udienza del processo di primo grado  contro Marco Fardellotti, Valentino Aliberti e Andrea Caprinozzi, tutti attualmente imputati con l’accusa di tentata estorsione nei confronti dell’ex biancoceleste.

LA MINACCIA – Negro, intervistato ai microfoni del quotidiano Il Tempo, ha raccontato la vicenda del 2011, quando Marco Fardellotti si presentò nel salone di bellezza gestito dalla moglie: «Mi parlò della partita Siena-Lazio, dicendo che era venuto a conoscenza di una presunta combine. Voleva dei soldi per restare in silenzio, per la precisione 250mila euro. Quella falsità mi fece ridere in un primo momento, stavo per andarmene ma lui mi fermò. Mi disse: “Sappiamo che hai due figlie”. Speravo di non aver capito bene, e invece aveva davvero minacciato le mie figlie. Lo salutai e andai subito a denunciarlo“.

VECCHIA VITA – Negro prosegue: «Le indagini della polizia sono durate 3 mesi, nei quali ho vissuto nel terrore. Mi spostavo tra Coverciano, dove stavo frequentando il corso da allenatore ed ero sempre attaccato al telefono, e Roma, o meglio l’asilo delle mie figlie, dove passavo ogni mattina per controllare che fosse tutto apposto. La polizia mi è sempre stata accanto, ma sono stati mesi molto duri. Vita tornata alla normalità? No, perché queste persone abitano vicino casa mia e hanno provato ad avvicinarmi di nuovo. Per questo mi aspetto giustizia: ho dovuto chiudere il negozio, i clienti non venivano più da “Negro il camorrista”. Per me è ancora difficile andare in giro, ma soprattutto queste persone hanno minacciato le mie figlie. Non esiste”».