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Analisi tra budget e concorrenza: quanto il calciomercato incide sul successo di una squadra?

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È chiaro che i soldi aiutano, ma non bastano per spo͏stare gli equilibri. Il mercato estivo di quest’anno ha raggiunto delle cifre record, però c’è da dire che non è matematico che chi spende di più è anche colui che alza più coppe. Vediamo alcuni esempi reali e scopriamo cosa dicono gli studi sul rapporto tra i salari, gli acquisti e i risultati.

Iniziamo con i dati più recenti: quest’estate la Premier League ha speso ben 3 miliardi di sterline, cioè circa il 51% del totale dei “Top 5” campionati europei. È il terzo anno di fila che supera i 2 miliardi. Ci sono degli studi che hanno confermato una correlazione tra il wage bill e il rendimento. In particolare, sono stati rilevati dei coefficienti alti in Serie A e in Ligue 1, mentre i coefficienti erano medi per la Premier League. Questo significa che spendere e acquistare dei giocatori forti aiuta molto, ma non garantisce che si riesca a raggiungere il trofeo. Dipende anche dagli infortuni, dalla tattica e dalla qualità del management.

L’adrenalina delle grandi competizioni è anche online

Oggi i tifosi sono si limitano più a seguire la Serie A e a parlarne con gli amici, vogliono in qualche modo sentirsi protagonisti di grandi vittorie. Non è un caso se il Fantacalcio e i giochi a tema calcio si stanno diffondendo così tanto. Le piattaforme online come Quick Win permettono ai fan di indossare i panni del loro club preferito e di portarlo alla vittoria minuto dopo minuto. Si possono fare delle partite rapide in qualsiasi momento e non c’è bisogno di studiare né leggere dei regolamenti complessi. Dalla pausa pranzo sul lavoro al viaggio in treno, è sempre un buon momento per vivere la propria passione per il calcio in prima persona e per sognare di essere un goleador.

Vediamo alcuni esempi reali per capire il fenomeno

  • Real Madrid e il colpo Mbappé (2024): Arrivato a parametro zero ma con un bonus firma gigantesco, Kylian Mbappé ha alzato la qualità senza cartellino. Questa mossa dimostra che non sempre il prezzo di acquisto misura l’impatto sportivo, un top preso gratis può costare molto e può valere tantissimo in campo.
  • Inter virtuosa: Nelle ultime otto finestre l’Inter ha speso meno di quanto abbia incassato (net spend negativo di circa -114 milioni di euro), eppure ha vinto la Serie A 2023/24 e ha consolidato la sua competitività. È un esempio chiaro di efficienza dove lo scouting, lo sviluppo, le plusvalenze e l’identità tattica stabile compensano il budget.
  • Bayer Leverkusen, case study di sistema: Con una politica di investimenti mirata e un allenatore con delle idee chiare, il Leverkusen ha firmato una stagione da record e ha spezzato l’egemonia del Bayern. L’esempio tedesco mostra come il progetto tecnico e la sostenibilità possano amplificare il valore del budget.
  • Chelsea, la cartina di tornasole: Le spese altissime non hanno dato i risultati attesi. Uno studio di inizio 2024/25 ha definito i Blues sotto-performanti rispetto ai costi della rosa e alle commissioni, questo ha fatto capire a tutti che i soldi devono sposarsi con la continuità tecnica e con la coerenza delle scelte.

Regole del gioco: nuovi vincoli che cambiano le strategie

Anche il contesto regolamentare conta. La UEFA sta completando la transizione al Squad Cost Rule (SCR), che limita la spesa per la rosa a una percentuale dei ricavi: 90% nel 2023/24, 80% nel 2024/25, 70% dal 2025/26. Questo spinge i club a essere più selettivi, a pianificare a medio termine e a bilanciare la sostenibilità e l’ambizione. Non a caso, sono già arrivate delle sanzioni per chi ha superato i limiti.

Anche la Premier League sta sperimentando un approccio simile. La direzione è chiara: contare solo sul cheque book football sarà sempre più difficile, e il vantaggio competitivo si giocherà anche sulle analytics, sullo sviluppo interno e sulla gestione degli infortuni.

Competere con meno: leve pratiche che spostano l’equilibrio

Non tutti i club possono spendere come i big, ma questo non significa affatto che sono condannati. Guardiamo alcuni driver che possono fare la differenza:

  • Scouting e rivendita: comprare profili in crescita, rivenderli al picco. L’Inter è un riferimento recente per equilibrio tra acquisti mirati e plusvalenze.
  • Allenatore e modello di gioco: il Leverkusen ha dimostrato come la coerenza tattica e lo sviluppo individuale moltiplichino il valore degli investimenti.
  • Gestione del monte salari: meglio tre contratti buoni e sostenibili che un singolo ingaggio ingestibile. In un’era di tetti al 70% dei ricavi, il margine si fa nei dettagli.
  • Timing: parametri zero di lusso o clausole favorevoli valgono quanto un assegno pesante. L’affare Mbappé lo ricorda bene.

Il vero vantaggio sta nella gestione del budget

La stagione 2025 ci lascia un messaggio chiaro: il mercato incide tantissimo se è al servizio di una strategia. Spendere senza una rotta porta a vivere sulle montagne russe, mentre spendere con metodo permette di costruire dei vantaggi che durano nel tempo. Il quadro regolamentare rende questa disciplina ancora più decisiva. Per battere la concorrenza non basta aumentare il budget, bisogna gestirlo meglio degli altri.

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