Una sconfitta per l'Atalanta che ha dato (GRANDI) consapevolezze: ora serve completare la squadra
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Una sconfitta per l’Atalanta che ha dato (GRANDI) consapevolezze: ora serve completare la squadra

Avatar di Filippo Davide Di Santo

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I lati positivi di una sconfitta: l’Atalanta che presenta una buonissima base nonostante la sua incompletezza (e chissà dopo il mercato)

Tra la vittoria e una sconfitta la differenza è sempre il “come” si arriva ad un determinato traguardo. Il 2-0 con il Real Madrid ha portato all’Atalanta nuove consapevolezze nonostante il rammarico che “quel sogno” di portare a casa la Supercoppa sia finito: un po’ quando ti accorgi di essere più maturo di quello che credevi nonostante l’archiviazione di una storia (dolorosa si, ma fino ad un certo punto).

I nerazzurri a Varsavia sono stati dei bravissimi equilibristi nonostante infortuni, squadra incompleta e una dose di pessimismo cosmico: reggendo e soprattutto giocando alla pari per 60 minuti. Certo, il castello di carta è crollato per errori evitabili che hanno oscurato delle prestazioni superlative (Musso e Hien su tutti), ma dall’altra parte il Real Madrid è la squadra più forte del mondo, e la Dea è uscita a testa alta rivelando quello che potrebbe essere il biglietto da visita della stagione.

Tuttavia non bisogna nascondere la polvere sotto il tappetto: l’Atalanta ha una base competitiva, ma serve completare la squadra. I tempi sono stretti e tra tira e molla non ci si può permettere di stare ancora fermi. Serve un difensore, l’esterno destro, l’attaccante al posto di El Bilal e poi chiudere per l’erede di Koopmeiners (dove ora è spuntato anche Samardzic). La Dea ha sempre fatto la differenza con i suoi cambi, e se i nerazzurri dovessero fare il loro dovere sul mercato, questa squadra potrebbe regalare altre soddisfazioni: le fondamenta ci sono, ora serve soltanto completare la “casa”.