Atalanta, passi indietro: la Dea ora crea molto meno - ANALISI TATTICA - Calcio News 24
Connettiti con noi

Atalanta News

Atalanta, passi indietro: la Dea ora crea molto meno – ANALISI TATTICA

Pubblicato

su

Non è sin qui l’Atalanta vista nel recente passato: anche i numeri e le statistiche confermano un andamento in tono minore dei bergamaschi

In questi anni di Atalanta, siamo stati abituati a vedere tantissimi gol da parte della squadra di Gasperini. La produzione offensiva della Dea è sempre stata molto alta, come dimostrano i numeri: ben 98 gol segnati nella stagione 2019-2020, con l’enorme cifra di 86.17 Expected Goals. Per distacco, cifre record in tutta la Serie A.

Quest’anno, non solo gli orobici segnano molto di meno (28 reti, quarto miglior attacco anche se con una partita in meno), ma in generale sono meno pericolosi. L’Atalanta è appena quinta per Expected Goals totali, una statistica dove l’anno scorso ha sbaragliato qualsiasi avversario. Ciò si riflette anche nella quantità dei tiri, che sono diminuiti leggermente rispetto alla passata stagione: oggi la Dea effettua 15.6 conclusioni a partita, mentre lo scorso anno sfiorava i 19.

Tutti questi dati esprimono non una squadra semplicemente meno lucida sottoporta, ma una formazione che in generale non riesce a toccare i picchi dell’anno scorso. Oltre a un comprensibile logorio e calo generale (non è facile mantenersi sempre su certi standard), ci sono alcune cause che spiegano ciò. Prima di tutto, lo scarso minutaggio di Ilicic (reduce da mesi complicati) ha privato l’Atalanta del principale generatore di occasioni di tutta la squadra. Gomez ha ridotto di un terzo i propri Expected Assists, senza dimenticare che il molto turnover fatto da Gasperini (si gioca ogni 3 giorni) ha fatto sì che spesso il livello tecnico fosse inferiore rispetto alla formazione titolare.

Senza il Papu, prossimo all’addio, non sarà facile tornare a una produzione offensiva del livello dell’anno scorso. Gasperini deve sperare che Ilicic torni stabilmente il giocatore che tutti conosciamo, perché è dallo sloveno che passa buona parte della creatività della Dea (come abbiamo visto nel trionfo contro la Roma).