Barcellona: come Koeman sta provando a rilanciare De Jong
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Barcellona: come Koeman sta provando a rilanciare De Jong

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La prima stagione di De Jong al Barcellona è stata problematica. Koeman ora sta provando a trovare un assetto tattico che lo esalti

Insieme a De Ligt, De Jong era stata la principale stella dell’Ajax che aveva sfiorato la finale di Champions League. Nelle sue movenze e nella sua strepitosa intelligenza tattica, si vedeva l’indole del predestinato, con tanti paragoni con Joahn Cruyff. Il suo passaggio al Barcellona sembrava il colpo dell’estate, anche parecchio suggestivo: d’altronde, la società catalanta è legata – come eredità storica – a doppio filo con il calcio totale olandese. Basti pensare a Michels o allo stesso Cruyff.

Invece, la prima annata di De Jong al Barcellona è stata estremamente problematica, con il contesto che non lo ha aiutato per nulla. Con Busquets titolare inamovibile, l’olandese è stato impiegato quasi sempre come mezzala ( di solito a sinistra). Soprattutto nelle gare in cui i catalani schiacciavano l’avversario, De Jong ha quindi dovuto occupare posizioni molto alte del campo. Giocava spalle alla porta in spazi ingolfati, in zone dove non poteva fare vedere le proprie qualità.

De Jong infatti non è certo una mezzala di inserimento, bensì un centrocampista estremamente mobile che preferisce giocare con tanto campo davanti a sé. Esattamente come avveniva nel 4-2-3-1 dell’Ajax.

Qui è praticamente una punta.

In queste prime giornate, Koeman ha già mostrato con chiarezza quale è il modulo di riferimento della squadra. Il Barcellona gioca con un 4-2-3-1 in cui Busquets e De Jong compongono la mediana: l’olandese agisce quindi in un sistema più simile a quello dell’Ajax. Catalizza molti palloni su di sé, è più centrale nella costruzione rispetto ai tempi di Setien e Valverde. 

Quando i catalani impostano da dietro, De Jong e Busquets sono quindi molto bassi per aiutare l’uscita dal basso. Successivamente, quando il Barcellona consolida il possesso, i terzini tendono spesso ad alzarsi entrambi per dare ampiezza: non è anomalo vedere giocare gli spagnoli con un 2-2-6, con i laterali sulla stessa linea delle punte.

 

Busquets e De Jong hanno quindi importanti compiti sia nel far progredire l’azione, che nella protezione della retroguardia. Con gli esterni bassi che spingono molto, a palla persa sono i mediani che hanno tanti compiti nella transizione difensiva. Sono loro i principali “scudi” dei difensori centrali.

De Jong accompagna bene anche l’azione offensiva: si smarca bene tra le linee quando si generano gli spazi e si rende utile anche per la fase di rifinitura (mentre Busquets resta leggermente più bloccato). Ricoprono quindi una posizione in media piuttosto alta, vicina alle punte, per evitare che ci sia ampia distanza tra i reparti. Lo scopo è infatti quello di recuperare velocemente palla dopo averla persa.

Su possesso consolidato, entrambi i mediani sono molto alti.

Naturalmente, c’è bisogno di fisiologico tempo prima di trovare un equilibrio efficace. Ciò si è visto con chiarezza nell’ultimo match contro il Siviglia, in cui il Barcellona si è fatto bucare tante volte a palla persa. Pressing e contropressing hanno funzionato male: c’erano tanti giocatori sopra la linea della palla, per Busquets e De Jong era complicato riaggredire bene.

Ciò non toglie che questa sembra la veste migliore per l’ex Ajax, che finalmente sta avendo la centralità che si pensava. Si è anche trovato il modo di non panchinare Busquets, provando a fare coesistere i due campioni (anche se il centrocampista spagnolo a volte soffre nel ricoprire una posizione così alta).

In una difficile annata di transizione, in cui il mercato in entrata è stato quasi nullo, sarebbe già un risultato importante rendere De Jong finalmente decisivo nell’economia del Barcellona.