Flachi: «Serie A surreale. Porte chiuse? Un'oscenità» - ESCLUSIVA
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Flachi: «Serie A surreale. Porte chiuse? Un’oscenità» – ESCLUSIVA

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L’ex calciatore Francesco Flachi tratta in esclusiva i temi caldi legati alla Serie A durante l’emergenza Coronavirus

Francesco Flachi è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni per descrivere il momento attuale che sta attraversando il calcio italiano, a causa dell’emergenza Coronavirus.

I tamponi ai tre giocatori della Fiorentina hanno dato esito negativo e la Sampdoria è in attesa dei risultati. Tornare in campo potrebbe voler dire rischiare nuovi contagi, sei d’accordo sulla ripresa della Serie A?

«Io penso che l’ultima cosa sia tornare in campo in questo momento, la situazione è disastrosa e si deve pensare al bene cittadini. Capisco che il calcio sia importante, ma qui passa in secondo piano. Tra l’altro i giocatori son tutti fermi adesso e ci vorrà un’adeguata preparazione, è difficile che si possa riprendere a pieno regime. Si vedrà un campionato anomalo, se riprenderà: a livello fisico e psicologico non sarà normale, questa situazione creerà problemi». 

Chi vedi favorita per la lotta scudetto, nel caso si riprendesse?

«A livello di squadra, la Juventus è quella più forte. Dipende anche da quanto andrà avanti in Champions League, è una squadra che, sebbene non esprima un gran gioco, resta la più pericolosa. La Lazio esprime il miglior calcio, sono anni che giocano assieme e forse loro stessi si sono ritrovati fra le mani qualcosa che non immaginavano. Sono andati oltre ogni più rosea aspettava. L’Inter punta sulla cattiveria calcistica, non mollerà un centimetro. In ogni caso, i punti son talmente pochi adesso che può succedere di tutto da qua alla fine».

Sei d’accordo sulla chiusura della stagione?

«Giocheranno di domenica, mercoledì, qualunque giorno… Ti devo dire la verità, è tutto un po’ surreale. Dipende anche dai tempi che si prospettano per tornare in campo. Capisco la felicità che si avrà quando sarà tutto finito e la gente avrà voglia di uscire e star fuori, ma non so neanche quanto sia rispettoso nei confronti di chi non c’è più. Comunque stiamo a vedere, non saremo né io né Ferrero a decidere».

Quanto perderebbero le società giocando a porte chiuse?

«Se dovessi continuare per giocare a porte chiuse, non lo farei. È una cosa oscena». 

Intervista a cura di Paolo Priolo