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Calciomercato invernale: storia, regole, curiosità e aneddoti

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Parliamo un po’ della finestra di calciomercato invernale di trasferimenti, forse non sapete che…

CALCIOMERCATO INVERNALE – Il calcio si è evoluto e si sta evolvendo, purtroppo o per fortuna che dir si voglia. Un esempio significativo dello sviluppo calcistico, e quindi anche delle notizie che riguardano tale sport, è dato dalla crescente importanza che riveste il calciomercato. Al giorno d’oggi gran parte delle testate giornalistiche o comunque delle trasmissioni radiofoniche e sportive che si occupano di pallone riserva una buona fetta del suo tempo o spazio a parlare di calciomercato, che nel corso degli anni è riuscito a diventare un argomento pregnante all’interno del panorama calcistico, in alcuni casi addirittura con importanza maggiore rispetto alla partita stessa, che dovrebbe essere la summa di questa disciplina, dato che è il momento in cui si gioca a calcio. E invece no, si lascia stare quel magico momento in cui questa splendida disciplina prende forma sotto i nostri occhi, e ci si dedica completamente ai trasferimenti, veri o presunti. All’ordine del giorno c’è l’arrabbiatura se un giornalista allontana dalla nostra squadra un giocatore o un obiettivo oppure lo scetticismo se il cronista le accosta un gran giocatore: è un gioco delle parti che si ripete anche e soprattutto nel calciomercato invernale.

Le regole del calciomercato invernale

In Italia, come nel resto d’Europa, il calciomercato si divide in due fasi temporali: la prima, e più importante, riguarda la sessione estiva, mentre ha ottenuto sempre più importanza anche la finestra di acquisti di gennaio. Dapprima inteso come mero mercato di riparazione, il mese di gennaio è diventato un modo come un altro per fare tabula rasa e poter cambiare il senso di una stagione, sia in positivo che in negativo perché i fallimenti sono sempre dietro l’angolo, ne sa qualcosa la Samp 2011. Non ci sono norme particolari che regolano questa finestra di acquisti e cessioni, ma chi opera le transazioni deve badare ad alcune variabili importanti: principalmente infatti le squadre che giocano in Europa stanno attente a non prendere un giocatore indisponibile in campo europeo, a meno di non trovare occasioni particolari (vedi Honda al Milan a parametro zero o, sempre al Milan, Balotelli e Ronaldo); l’attenzione è rivolta anche al numero di squadre con le quali ha giocato un dato giocatore, perché è vietato che un calciatore possa indossare le maglie di più di due squadre di club in partite ufficiali nella solita stagione, prendete Nicola Pozzi che nel gennaio 2010 non poté lasciare la Sampdoria poiché aveva già giocato coi doriani e uno spezzone di Coppa Italia con l’Empoli: sarà pure uno smacco ma le regole si rispettano.

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Storia del calciomercato invernale

E’ importante anche, per la Serie A, mantenere a due il livello di extracomunitari in rosa, tre per le neopromosse. C’è però chi questa regola riesce ad aggirarla, seppur in maniera del tutto legale, pensate alla Roma che presterà Paredes perché ha già troppi extracomunitari in rosa, oppure a Julio Cesar che si è fatto sei mesi al Chievo Verona (riserva dietro Marchegiani e Marcon) per via dell’Inter 2005 troppo “internazionale”. Inutile dire come la sentenza Bosman abbia influenzato il calciomercato, ma non si tratta di estate o inverno, il discorso meriterebbe una storia a sé per quanto è stato rivoluzionario. Una rivoluzione in un certo senso si è avuta anche a cavallo tra gli anni Novanta e i Duemila, quando è stata data una vera e propria sessione temporale al calciomercato invernale: prima del 1995 – un anno che è il crocevia tra calcio vintage e calcio moderno – era possibile solo operare transazioni nel mese di ottobre oltre alla canonica estate dedicata ai rumors e alle ufficialità, poi piano piano siamo arrivati alla concezione odierna del mercato di riparazione, incastonato nel mese di gennaio. Unica eccezione il 2000-2001, stagione particolare per via delle Olimpiadi di Sidney, con il campionato che inizia ad ottobre e il calciomercato che resta aperto dal 1 luglio 2000 al 31 gennaio 2001, immaginatevi dunque di poter assistere tutte le sere a uno speciale sul calciomercato, forse avreste rivalutato il cricket o il cinema zambesi.

Curiosità sul calciomercato invernale

Oggi il mercato invernale, dicevamo, è passato dall’essere un semplice arco temporale nel quale aggiustare la squadra a una ripetizione dei leitmotiv estivi: va sottolineato comunque come, almeno in Italia, si preferisca rimanere cauti a livello pratico almeno negli acquisti, ma si tenda a enfatizzare parecchio anche la minima voce che riguarda qualsiasi squadra o giocatore. Parlando di altre nazioni, si notano due grandi differenze che riguardano la Premier League e la Russian Premier League. In Inghilterra i calciatori possono trasferirsi nelle leghe inferiori in ogni periodo dell’anno (conoscerete senz’altro la politica piuttosto libertina sui prestiti nella FA); in Russia invece, a causa dello stop invernale prolungato, la finestra per i trasferimenti è spostata da fine gennaio a fine febbraio, può capitare infatti che l’ex URSS possa diventare di nuovo un paradiso per quei giocatori che non ce l’hanno fatta ad andar via a gennaio, vedi Neto del Siena l’anno scorso oppure Lacina Traore al Kuban. All’estero poi sono molto più spendaccioni rispetto alla Serie A, basti pensare che il trasferimento più costoso nella storia del mercato invernale è stato Fernando Torres dal Liverpool al Chelsea: con i 58.5 milioni di euro sborsati dai Blues a inizio 2011 Torres è anche il nono acquisto più caro della storia del calcio, il primo in quello del Chelsea.

 

Aneddoti sul calciomercato invernale

L’Italia non è che stia a guardare eh, le sue operazioni di mercato le fa. Le fa con i soliti prestiti con diritto di riscatto o comproprietà o riscatto della metà (quanto piace pagare poco a noi italiani…), ma comunque lo fa. Un esempio su tutti il Genoa che risente spesso del cambio di stagione e quindi deve cambiare muta, che sia estate o inverno il Grifone riesce sempre ad andare in doppia cifra con gli affari conclusi, un po’ come sta facendo pure il Parma, aiutato dalle succursali in giro per l’Europa. A differenza delle altre nazioni noi in Serie A non vendiamo e né cediamo a prezzi altissimi: pensate che tra i cinquanta trasferimenti più costosi di tutti i tempi, l’unico ad essere stato fatto d’inverno è stato il cinquantesimo ovvero Seedorf dal Real Madrid all’Inter per quasi quarantacinque miliardi di lire. Siamo abituati a vedere la finestra di gennaio come un’opportunità per fare il colpaccio e prendere a poco prezzo lo scarto della big europea di turno, e questo la dice lunga sull’attuale situazione del nostro sistema. I già citati Ronaldo e Balotelli al Milan (da anni parcheggio di giocatori in esubero) ma anche Pazzini alla Sampdoria, Giuseppe Rossi alla Fiorentina e Henry alla Juventus sono in tempi recenti i nomi più noti. Non dimentichiamoci poi dei giocatori in scadenza a giugno, che dal 1 gennaio sono liberi di accordarsi con le altre squadre; insomma, se non ve ne siete accorti ancora, il calciomercato saturerà le vostre vite per almeno trenta giorni, poi torneremo a parlare di altro. No, non è vero, parleremo ancora di calciomercato.