Ciro Immobile non ti curar di loro ma guarda e segna!
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Ciro, non ti curar di loro ma guarda e segna! Che ce ripigliamm tutt chell ch’è nuost

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Ciro Immobile sempre criticato ma attualmente è il miglior attaccante che offra il calcio italiano. Lo dicono i numeri

Osannato con la Lazio, criticatissimo con la Nazionale. Stiamo parlando ovviamente di Ciro Immobile, uno degli argomenti più caldi dell’ultima settimana. Anzi, dopo ogni partita della Nazionale da almeno un paio d’anni a questa parte. Ciro Immobile, Scarpa d’Oro con la Lazio, capocannoniere in campionato, che ha vinto anche l’Europeo con la maglia dell’Italia in Nazionale (pur non brillando in tutte le gare) è sempre al centro delle chiacchiere dell’Italia pallonara. E’ o non è un grande attaccante? Quando si parla di un attaccante, la prima cosa che viene in mente, è una sola: il gol. Cosa deve fare principalmente un attaccante, lasciando perdere tatticismi e concetti filosofici vari? Deve far gol.

E Ciro il suo mestiere lo sa fare molto bene. Exploit con Pescara e Torino, 10 gol con il Borussia Dortmund in un’annata non particolarmente felice, poi ben 154 reti in 221 presenze con la maglia della Lazio negli ultimi 5 anni e un po’ (contano anche le due partite di questa stagione con 4 gol all’attivo). What else? Direbbe George Clooney.

Ciro, ce ripigliamm tutt chell ch’è nuost

I numeri in Nazionale sono diversi: 54 presenze e 15 gol, quasi un gol ogni 4 partite. Mentre alla Lazio ha una media di 0,69 reti a partita. E’ ovvio che ci sia una differenza ma non bisogna nemmeno far passare Immobile per quello che non è. Anche altri grandi bomber del passato hanno fatto più fatica in Nazionale. E i calciatori, oltre che dai gol, si misurano dai successi, personali e non. Ciro vanta la Scarpa d’Oro, i successi con la Lazio e anche la vittoria dell’Europeo (tanti altri grandi attaccanti sono rimasti – purtroppo – senza trofei della Nazionale in mano).

In Italia purtroppo, prima del calcio, c’è un altro sport che va molto di moda: la critica. Le regole del gioco sono molto semplici: aspettare che il malcapitato di turno commetta un errore, lanciare una shitstorm sui social, criticarlo di continuo. E’ ovvio che Ciro paghi anche la pressione che si è creata attorno a lui e della quale non ha colpe. Anche il gioco di Mancini, va detto, non è il vestito adatto alle sue caratteristiche (ma ha tutta la fiducia dell’allenatore, elemento importante). Il consiglio è sempre lo stesso: bisogna voltare pagina. Andare avanti per la propria strada. Ora c’è la Lazio e Ciro ritrova il suo habitat naturale. In Nazionale ha un rendimento minore ma non è tutto da buttare come tutti vorrebbero far credere. Magari la concorrenza di Raspadori e degli altri nuovi che avanzano lo stimolerà ulteriormente. Perché una cosa è certa: Ciro non si è mai tirato indietro a una sfida! E ora è pronto a trascinare la Lazio e a ‘riprendersi’ la Nazionale.