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Accuse per Infantino da Le Monde: non punì ‘Calciopoli turca’

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All’epoca dei fatti Infantino era segretario generale Uefa e secondo il quotidiano avrebbe autorizzato modifiche al regolamento interno della federcalcio turca

L’attuale presidente della Uefa da circa un biennio, l’avvocato italo-svizzero Gianni Infantino, è stato tirato in ballo nello scandalo che ha colpito il calcio turco nel 2011. All’epoca dei fatti definiti dai media come lo scandalo della calciopoli turca Infantino era segretario generale dell’UEFA con presidente Michel Platini. Secondo quanto riferisce un articolo pubblicato da Le Monde, infatti, all’epoca Infantino avrebbe dato il via libera ad alcune modifiche del regolamento interno della federcalcio turca che avrebbero attenuato le sanzioni e penalità per i club coinvolti.

L’edizione online de Il Fatto Quotidiano ha pubblicato la mail inviata nello scambio tra Infantino ed Ebru Köksal, segretaria generale della Federcalcio di Istanbul e dunque interlocutrice del dirigente Uefa. Sei anni fa, in Turchia, il calcio turco venne scosso da  una retata con decine di arresti e 16 società di calcio e più di 90 tesserati coinvolti: al centro dell’inchiesta c’era il Fenerbahce ma il processo sportivo si concluse senza retrocessioni. Questo lo scambio di mail tra Koksal e Infantino, alla richiesta della segretaria generale turca di modificare il regolamento e le sanzioni.

Ecco il testo pubblicato dal Fatto Quotidiano con la risposta di Infantino all’epoca segretario generale UEFA: «Sebbene riteniamo che questo problema sia principalmente di competenza della federazione turca, possiamo dire, a nome dell’Uefa, che tenendo conto di tutte le circostanze, la vostra proposta sembra costituire una risposta ragionevole, proporzionata e responsabile per affrontare la questione. A nostro avviso, l’applicazione delle sanzioni così descritte non costituirebbe una violazione degli statuti e dei regolamenti dell’Uefa. L’unica condizione che vorremmo aggiungere è che l’interpretazione degli statuti e dei regolamenti dell’Uefa è in definitiva una questione la cui decisione spetta agli organi giudiziari indipendenti dell’Uefa. Ciononostante, in questa fase, ciò che possiamo dire è che, a condizione che le sanzioni proposte siano effettivamente attuate, non ci aspetteremmo alcuna necessità di ulteriori procedimenti da parte della Uefa per affrontare questa particolare questione».