Inter, ecco come Conte sta esaltando Eriksen - ANALISI TATTICA
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Eriksen si è preso l’Inter: ecco come Conte lo sta esaltando

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Christian Eriksen ha preso in mano l’Inter nelle prime due partite dopo la ripartenza: ecco come Conte lo sta esaltando

Molte squadre stanno faticando a ritrovare una condizione ottimale. Non è il caso dell’Inter, che sia a Napoli che contro la Sampdoria è parsa in ottima salute. Si è vista fluidità, intensità e anche un buonissimo livello di rapidità nella circolazione, con gli avversari che hanno molto sofferto nel pressare in avanti i nerazzurri.

Nel nuovo 3-4-1-2 utilizzato da Conte, Eriksen ha finalmente mostrato un elevato grado di coinvolgimento nel contesto tattico dell’Inter. Evidente la voglia dell’allenatore di far agire il danese quasi unicamente su tracce interne. Nel 3-5-2 precedente, le mezzali spesso si aprivano per far alzare i quinti, e in generale coprivano ampie porzioni di campo in orizzontale. Ora, invece, Eriksen agisce sempre tra le linee, in una posizione centrale (che poi è dove si esalta).

A seconda della situazione, e visto che l’Inter è molto fluida nell’impostazione, può anche capitare che il danese si abbassi in una posizione da mediano per sostituire uno dei due centrocampisti centrali. Nella stragrande maggioranza del tempo gioca però a ridosso delle punte, è raro che arretri il raggio d’azione.

Un esempio dello scaglionamento interista. Uno dei due mediani (Gagliardini) si defila a sinistra per ricevere e sfuggire alla pressione di Ramirez, mentre Eriksen rimane tra le linee.

In questo nuovo modulo, sono cambiati i compiti dei due attaccanti. Nel 3-5-2, Lautaro e Lukaku giocavano vicinissimi tra di loro, dialogando e associandosi parecchio sul breve. Oggi sono invece più lontani e defilati, proprio per assecondare le caratteristiche di Eriksen e potere così imbeccare il compagno in situazioni pericolose.

Lukaku viene molto incontro, smarcandosi lateralmente. In tal modo, porta fuori posizione il difensore centrale, creando così il buco che il danese va ad aggredire: si può dire che Eriksen riempia il varco che si forma tra Lautaro e Lukaku. Un qualcosa che si era visto chiaramente nel match di Coppa Italia. I nuovi movimenti degli attaccanti sono quindi fondamentali per servire Eriksen nel migliore dei modi, poiché sono loro che – svariando in orizzontale – gli creano lo spazio centrale da attaccare. Per la verità, attualmente Lukaku sembra più a suo agio di Lautaro in questo.

Nella prima slide, Lukaku porta fuori posizione Koulibaly, Eriksen si butta in profondità. Nella seconda, servito da Lautaro, riempie lo spazio tra le due punte, piuttosto lontane tra di loro: è il principale riferimento tra le linee.

Più ancora che nella tecnica del passaggio e del calcio (che non erano certo in discussione), in queste partite Eriksen sta incidendo soprattutto senza palla. Legge in anticipo l’azione: prima ancora che gli attaccanti ricevano, sa già come e dove muoversi.

Se al Tottenham era un fondamentale costruttore che si muoveva a tutto campo, oggi Eriksen è più che altro un attaccante aggiunto che aggredisce gli spazi liberati dalle punte, arrivando sempre a rimorchio. Non a caso, il grosso dei palloni lo tocca nella trequarti rivale, partecipando poco allo sviluppo dell’azione. Quando i difensori dell’Inter lanciano da dietro per Lautaro e Lukaku, Eriksen è sempre ben a ridosso delle punte, posizionato bene per raccogliere la loro sponda. In queste due gare, si è vista un’ottima intesa con il tandem offensivo (soprattutto Lukaku), che gli ha permesso di incidere tanto in zona di rifinitura

Un altro esempio nella slide sopra, in cui l’Inter adotta un 3-2-1-4 con i quinti (Candreva e Young) molto alti. Sul lancio da dietro per Lautaro, Eriksen è pronto per raccogliere la sponda e consentire all’Inter di superare la linea di pressione avversari grazie a un efficace utilizzo del terzo uomo. Anche in questo caso, Lautaro e Lukaku sono abbastanza lontani tra di loro.

Non va poi dimenticato il suo contributo in fase di non possesso, visto che l’Inter ha pressato piuttosto bene contro Napoli e Sampdoria, impedendo un avvio di azione pulito agli avversari. Eriksen ha lavorato bene sul vertice basso rivale: ha seguito praticamente a uomo Demme e Bertolacci ostacolando le loro ricezioni.

Insomma, il lockdown è servito a Conte per rendere Eriksen una pedina decisiva nella sua Inter. Il danese ha le qualità per dare più qualità e fluidità alla rifinitura nerazzurra che prima del locckdown sembrava patire un’eccessiva ripetitività.