Inter, Marotta: «Super League voluta dai proprietari, sottovalutata la voce dei tifosi»
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Inter, Marotta: «Super League voluta dai proprietari, sottovalutata la voce dei tifosi»

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L’amministratore delegato dell’Inter Giuseppe Marotta ha parlato ai microfoni di Sky prima della gara contro lo Spezia. Le sue parole

L’amministratore delegato dell’Inter Giuseppe Marotta ha parlato ai microfoni di Sky prima della gara contro lo Spezia. Le sue parole.

SUPER LEAGUE – «Questa iniziativa è stata portata avanti dai 12 proprietari. alla luce della situazione attuale delle difficoltà finanziari legata al Covid. I costi sono rimasti certi e i ricavi incerti. Alla luce di questo, i proprietari hanno ritenuto che questo modello di calcio fosse superato. Andavano valorizzate meglio le risorse. Andava inventato qualcosa. Era doveroso fare qualcosa».

FALLIMENTO – «Sono stati sottovalutati aspetti importanti, come la voce die tifosi, vero patrimonio. Poi i sei club inglesi si sono defilati secondo le loro logiche.  Bisogna trarre lezioni da tutto. Se questo progetto è fallito qualche errore è stato fatto».

COINVOLGIMENTO – «E’ stata condotta con riservatezza dalle proprietà. Il management del’Inter non è entrato direttamente, tutto si è consumato negli ultimi giorni. Nella logica di un’azienda i compiti sono divisi. Io e Antonello ci siamo concentrati sulla gestione quotidiana del club».

IDEA ALLA BASE – «La buona fede di questa azione sta nel fatto che il calcio sia a rischio default. se non intervengono le istituzioni dello sport per creare un modello, non si riesce ad andare avanti. Negli ultimi 7 anni Inter, Milan e Juve hanno speso 1 miliardo di euro nell’acquisizione di giocatori. Oggi è impossibile sostenere questi costi. Va a discapito di una certa competitività. Oggi si può ragionare in termini di ricavi caratteristici, molto ridotti. Questa azione, scoordinata, ha un principio di buona fede: dare stabilità ai club, al sistema».

FONDI – «Quando le decisioni sono state prese, il dissenso verso i fondi è arrivato anche da altre squadre».

DIMISSIONI – «Non concepisco un attacco violento e pubblico. Ho ricevuto minacce pubbliche e private. E’ un fatto molto grave. Non ho tradito e non sono un Giuda».