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Calcio assurdo: Martial, mister 80 milioni dopo due anni in prestito

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Calciomercato Inter, chiesto Martial in prestito al Manchester United: assurdo soltanto che se ne parli

Manchester United fortemente interessato ad Ivan Perisic, che null’altro aspetta se non l’ok dell’Inter, assolutamente intenzionato a lasciare il club nerazzurro per raggiungere la corte di José Mourinho. Inter che in cambio chiede il prestito di Anthony Martial, stella francese per cui lo United soltanto due anni fa versava nelle casse del Monaco ben 80 milioni di euro, ripartiti tra i sessanta della base fissa ed i venti di quella variabile, legata a bonus sui risultati complessivi ed individuali. Prestito con diritto di riscatto eventualmente da esercitare al termine della prossima stagione, per acquisire le prestazioni pluriennali del calciatore.

Inter-Perisic, si è rotto qualcosa

Nel naufragio subito dall’Inter nelle ultime due stagioni, fatta eccezione per capitan Icardi, è proprio quello che c’entra meno: undici reti ed altrettanti assist nell’ultimo campionato, non valse neanche la qualificazione alla prossima Europa League, dieci gol e sei servizi vincenti nella stagione 2015-16, la sua prima nel calcio italiano con la maglia dell’Inter. Il rendimento dell’esterno croato è dunque assolutamente all’altezza della situazione e delle aspettative: peraltro si è confermato come importante jolly offensivo, perfettamente impiegabile su ambedue le corsie offensive. Facilità di corsa e di calcio con entrambi i piedi, ottime letture di gioco come dimostra l’importanza numerica dei suoi assist. La rottura tra Perisic ed Inter non è dunque rintracciabile in questioni legate all’affidabilità tecnica: probabilmente il club nerazzurro lo ha designato come unica reale carta da spendere per finanziare il mercato in entrata, fattore sommato alla volontà del diretto interessato di unirsi ad una squadra che al momento può vantare obiettivi differenti da quelli che sulla carta possono essere attribuiti all’Inter.

Martial, Inter possibilità di rilancio?

Il primo aspetto assurdo della vicenda è che già si parli di rilancio: appena due anni dopo l’investimento effettuato dal Manchester United sul suo profilo, ben ottanta milioni di euro per beffare la concorrenza ed assicurarsi uno dei giovani più interessanti del palcoscenico mondiale. Giovanissimo sarebbe il caso di dire, perché va ricordato come la carta d’identità di Anthony Martial – dicembre 1995 – racconti di appena ventuno anni. Poco da dire sul suo battesimo con la maglia del Manchester United: appena diciannovenne, ecco diciotto reti stagionali ed undici assist per rispondere in pieno alle credenziali riposte sul suo futuro, poi l’avvento di Mourinho e lo scarso feeling, il minutaggio ridotto e la fiducia via via venuta meno. L’assurdità del calcio: come è possibile scegliere di investire ottanta milioni di euro su un calciatore diciannovenne e pensare dopo due anni di cederlo in prestito? Come è possibile che il calcio sia arrivato a permettere tutto ciò? Un acquisto da ottanta milioni di euro non può essere valutato con cotanta leggerezza, con la consapevolezza di potersene sbarazzare in prestito alla prima sbandata. Non può essere letto come un qualcosa di troppo leggero, alla stregua di un o la va o la spacca: continuando così salteranno tutti i parametri al momento riconosciuti dal sistema, se sarà possibile ragionare in questi termini.

Martial da Spalletti: può funzionare

Luciano Spalletti attende di conoscere lo sviluppo definitivo della potenziale operazione: in soldoni, la concretizzazione del trasferimento di Perisic al Manchester United e Martial all’Inter. Con il benestare del direttore sportivo Walter Sabatini, che quando si tratta di giovani parte per default con un piede avanti. L’incastro è praticamente ideale: Martial prende il posto di Perisic, senza girarci troppo intorno. La collocazione tattica è la medesima: il francese è il classico esterno offensivo del suo 4-2-3-1 base, con l’aggiunta – rispetto al calciatore croato – può agevolmente fungere da seconda punta in caso di passaggio ad un sistema a due attaccanti. Vedi il 3-4-1-2 ibrido più volte usato dal tecnico toscano nei suoi mesi di Roma 2.0: un ritorno in cui ha ampiamente mostrato la sua evoluzione tattica rispetto all’intransigenza di un tempo, quando non si derogava dall’avveniristico 4-2-3-1 privo di un reale riferimento offensivo. Il calcio italiano si adatta alle caratteristiche dell’asso francese: la sua rapidità – fisica e di esecuzione – può spaccare le difese avversarie, sia schierate che a campo aperto. Quest’ultimo è ovviamente il suo mondo, ma il repertorio tecnico di cui dispone, sommato ad una buona inventiva, può renderlo pedina di assoluto valore anche in situazioni di gioco statico. Luciano Spalletti è impaziente: del resto lo ha ricordato in diverse battute, prima la sua Inter prende forma e prima avrà una sua sostanza. Con Martial o meno, prossime ore decisive, ma con ogni probabilità senza Ivan Perisic.

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