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Inter, le 3 ragioni per cui Spalletti ha iniziato da Borja Valero

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Borja Valero dalla Fiorentina all’Inter: esaudita una precisa richiesta di Luciano Spalletti

Comunicata la volontà di lasciare il club per sposare un nuovo progetto tecnico, sono servite poche ore per definire la trattativa: Borja Valero passa dalla Fiorentina all’Inter per 5.5 milioni di euro di base fissa ed altri due legati ai risultati che il club otterrà nella prossima stagione. Il centrocampista spagnolo rientrava tra le richieste che il nuovo allenatore nerazzurro Luciano Spalletti ha avanzato alla società al momento di accettare la panchina: il suo profilo è stato ritenuto ideale per tre specifiche ragioni che ci apprestiamo ad analizzare.

Borja Valero e la visione di gioco

Dando uno sguardo alla rosa dell’Inter ci si accorge subito della valenza del suo centrocampo: tanti interpreti di assoluto livello a disposizione di Luciano Spalletti. Non possono essere catalogati in uomini qualunque i vari Brozovic, Joao Mario, Gagliardini e Kondogbia. Calcolatrice alla mano basterebbe sommare i loro attuali valori di mercato per accorgersi di come si superi agevolmente quota cento milioni di euro: insomma non parliamo di brocchi. Eppure il tecnico toscano ha espresso una precisa richiesta per rinforzare la sua mediana: Borja Valero gli porta in dote una caratteristica che i suoi colleghi non vantano, ossia la visione di gioco. Lo spagnolo non appena in controllo della palla sa alla perfezione dove si trovano i suoi compagni ed è in grado di servirli, unisce gioco corto a lungo, lega i reparti ed aggiunge qualità dove manca: Spalletti ha così trovato il suo ragionatore, il termometro tattico, tecnico ed emotivo della sua squadra, qualcuno che sappia controllarne ritmi ed umori, gestirne le fasi, assumerne strada facendo il delicato ruolo di punto di riferimento.

Borja Valero e la duttilità tattica

Partiamo dal 4-2-3-1 base di Luciano Spalletti: fosse anche l’unico impianto tattico utilizzato prossimamente dal neo-allenatore dell’Inter, ecco come Borja Valero potrebbe ricoprirne due impieghi. In mediana da centrocampista puro avanti alla difesa, magari affiancato dai muscoli di Gagliardini, sulla trequarti per aggiungere valore tecnico alle spalle del riferimento offensivo Icardi. I vantaggi del primo impiego stanno tutti in una maggiore fluidità della manovra: presentare un Borja Valero avanti alla linea difensiva vuol dire innescare sin da subito una certa qualità nell’impostazione, fattore che andrebbe a beneficio di una squadra impostata su determinati canoni. Come lo sono quelle guidate da Spalletti. Da trequartista invece si ritroverebbe più vicino alla zona calda e dunque con più chance di incidere in termini di gol ed assist: quando ha giocato nei pressi della porta avversaria lo spagnolo ha in tal senso sempre risposto presente. Ma l’incidenza di Borja Valero assume ulteriore rilevanza ipotizzando le varianti tattiche che lo stesso Spalletti ha messo in luce nel suo ultimo anno alla guida della Roma: può essere la mezzala di un 4-3-3 (di fatto il suo ruolo d’appartenenza) o il centrocampista centrale di un 3-4-2-1. Grazie alla sua duttilità l’allenatore nerazzurro si ritroverà la pedina perfetta per tentare cambi di modulo – anche in corso d’opera – senza che la squadra si sfaldi alla prima curva.

Borja Valero e l’esperienza

Torniamo ai nomi che avevamo elencato in avvio: Brozovic, Joao Mario, Gagliardini e Kondogbia, ossia – in attesa della cessione di Medel e con Banega che ha già fatto rientro in quel di Siviglia – l’attuale comparto del centrocampo nerazzurro. Tra gli aspetti mancanti figura senz’altro una comprovata esperienza nel campionato italiano: Joao Mario ci gioca appena da un anno e lo ha fatto soltanto a sprazzi, Gagliardini alla prima stagione in Serie A è esploso con la maglia dell’Atalanta affacciandosi ora a certe altezze. Gli interpreti con più esperienza restano dunque Brozovic e Kondogbia, che certamente non possono essere definiti centauri della nostra Serie A: occorreva dunque qualcuno che conoscesse a pieno le pieghe di un campionato complesso come pochi, i vicoli ciechi di un torneo che ti castiga alla prima disattenzione. Spalletti con Borja Valero ha scelto di andare sul sicuro, di puntare su un interprete certo. Classe ’85, i suoi trentadue anni non rappresentano un ostacolo ingombrante per la sua attualità: calciatore integro che ha ampiamente dimostrato di poter vivere su determinati livelli di continuità. Certo, non un acquisto futuribile, ma assolutamente valido nel presente: del resto l’allenatore nerazzurro lo ha espresso a chiare lettere, vietato sbagliare il primo anno, altrimenti il secondo non ha senso. Neanche prenderebbe forma, per intenderci. Un all-in immediato alla cui causa un protagonista garantito quale è oltre ogni ragionevole dubbio Borja Valero fa davvero poco male.