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Inter Sassuolo: il palleggio della squadra di De Zerbi ha mandato in tilt Conte

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Il 3-3 tra Inter e Sassuolo è stato caratterizzato da un primo tempo di grandi difficoltà difensive per Conte. De Zerbi ha evidenziato gli scompensi avversari

Con la ripresa del calcio giocato, le partite stanno seguendo ormai il medesimo pattern. Primi 35′-40′ piuttosto “normali”, ricchi di contenuti e spunti tattici in linea con ciò che ricordavamo. Il resto del match è invece condizionato da lunghezza e stanchezza, con le squadre in evidente difficoltà fisica. Tant’è che, pur mantenendo i moduli di base (3-4-1-2 per l’Inter, 4-2-3-1 per il Sassuolo), sia Conte che De Zerbi hanno fatto un cospicuo turn-over rispetto al turno precedente. Alla luce di ciò, è difficile analizzare il calcio che stiamo vedendo in queste settimane, bisognerebbe forse evitare di trarre giudizi definitivi e sentenze assolute su partite molto anomale.

Va comunque detto che i primi 45′ dell’Inter contro il Sassuolo sono stati estremamente problematici, al contrario dei match positivi contro Sampdoria e Napoli. Pur rimontando nel finale di tempo, approfittando dei tanti difetti neroverdi quando si difendono nella propria trequarti, i padroni di casa hanno mostrato difficoltà nel pressing. Il Sassuolo, che nel palleggio è una delle eccellenze della Serie A, ha più volte messo in imbarazzo la fase di non possesso di Conte, che ha concesso numerosi spazi e ripartenze in campo aperto.

Contro l’Atalanta, Consigli aveva spesso giocato in una posizione molto avanzata, tra i due difensori centrali, per creare superiorità numerica contro l’intenso pressing della Dea. A San Siro non ce n’è stato bisogno, dato che i neroverdi hanno consolidato facilmente il possesso da dietro senza palleggiare in zone troppo arretrate. In particolare, spiccava la facilità con cui il Sassuolo riusciva a servire i terzini (Muldur e Rogerio), sempre liberissimi di ricevere e impostare.

Borja Valero e Eriksen marcavano i due mediani (Obiang e Magnanelli), con le punte sui difensori. Sui laterali avrebbero dovuto accorciare i terzi di difesa (Skriniar e Bastoni), visto che Candreva e Biraghi restavano bloccati poiché preoccupati da Berardi e Boga. Tuttavia, le uscite dei difensori nerazzurre erano sempre lente, col Sassuolo che quindi si affidava spesso ai propri terzini per guadagnare metri.

Un esempio qui. Il Sassuolo palleggia da destra verso sinistra su Rogerio, nessuno dell’Inter accorcia sul brasiliano. I neroverdi superano così la prima linea di pressione.

Nella risalita del campo, i movimenti di Caputo a venire incontro si sono rivelati particolarmente importanti. L’ex Empoli era sempre in anticipo sull’avversario, nessuno riusciva a leggere i suoi smarcamenti. Fungeva da sponda e terzo uomo, aiutando i compagni a superare le linee avversarie. Per quanto fosse nominalmente prima punta, era soprattutto Caputo che si abbassava a dare una linea di passaggio ai due mediani, mentre il trequartista (Djuricic) si buttava in profondità, compensando i movimenti dell’attaccante e scambiandosi di ruolo.

L’Inter fa densità in mezzo. Chiriches serve Caputo, che viene incontro e di prima allarga per il libero Muldur. Il concetto del terzo uomo, che consente di superare il pressing avversario. In questa situazione, l’attaccante dei neroverdi è praticamente il vertice alto del centrocampo di De Zerbi.

Il Sassuolo di De Zerbi vuole attaccare costruendo dal basso. Tuttavia, nel match di San Siro ha creato molto anche in ripartenza, approfittando delle difficoltà avversarie. Su palla persa, l’Inter era infatti lunga come non succedeva da tempo: Skriniar e Bastoni, troppo lontani, non accorciavano, con i nerazzurri che faticavano nella riconquista e lasciavano troppo spazio ad ali e attaccanti rivali. Il Sassuolo ha potuto verticalizzare soprattutto su Berardi, che rimaneva più avanzato per poter approfittare di un eventuale apertura sui di lui. Il giocatore calabrese ha puntato diverse volte Bastoni in campo aperto, peccando però in lucidità negli ultimi metri.

Il Sassuolo era comunque bravo a generare queste ripartenze. Non si limitava a verticalizzare istantaneamente non appena recuperava palla, aveva anzi anche la pazienza di temporeggiare e aspettare il momento per fare la scelta migliore (Obiang si prendeva anche qualche rischio nella conduzione). In queste situazioni, Caputo era determinante nel venire incontro e dare una soluzione di passaggio quando il Sassuolo recuperava il possesso. Ciò generava anche spazi alle sue spalle, e Berardi ne approfittava attaccando la profondità.

Su una ripartenza, Caputo viene incontro (Bastoni scappa) e di prima serve Obiang. Il mediano apre il gioco a destra per Berardi, che può puntare Ranocchia in velocità.

In particolar modo, l’Inter ha faticato molto nel coprire lo spazio alle spalle di Gagliardini, soprattutto nelle transizioni. Djuricic era preciso nel ricevere alla destra del centrocampista. Spesso Borja Valero e Gagliardini erano troppo stretti tra di loro nella riaggressione, proprio per questo Djuricic si decentrava leggermente a sinistra per poter essere servito in libertà. Anche in questo caso, non c’era alcun difensore che accorciasse: il numero 10 poteva quindi sempre involarsi verso la trequarti avversaria.

Due occasioni in cui Djuricic viene trovato libero, sulla destra di Gagliardini. Nella prima, l’azione che porta al gol, tramite circolazione dal basso (Ranocchi sbaglia i tempi dell’uscita su Caputo). Nella seconda, su una ripartenza, Gagliardini e Borja sono molto passivi e nessun difensore accorcia sul serbo. In entrambe le situazioni, i due centrocampisti sono molto vicini tra loro, mentre Eriksen è più avanzato.

Nel secondo tempo, la partita è stata piuttosto rocambolesca e sarebbe potuta finire con qualsiasi risultato. Conte non deve però sottovalutare le difficoltà della prima frazione, dove si è vista un’Inter lunga e perforabile come poche volte in stagione. Curiosamente, il secondo gol è nato grazie a un efficace recupero palla di Bastoni nella trequarti offensiva che ha consentito all’Inter di rimanere vicino all’area. Una delle rare circostanze in cui in cui la riaggressione interista ha funzionato bene.

Nonostante gli enormi problemi difensivi che sorgono quando ci si schiaccia in basso, il Sassuolo conferma di avere una delle migliori fasi di possesso del campionato, capace di mettere in difficoltà anche le squadre più forti. Per fare il salto di qualità, De Zerbi ha bisogno che le proprie squadre siano più continue nei 90′ e capaci di difendere nella propria trequarti. In quelle situazioni, i neroverdi si fanno bucare con troppa facilità, e ciò spesso vanifica partite di grande livello offensivo. Proprio come avvenuto nel primo tempo.