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Mancini: «Nazionale? Un grande onore»

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L’allenatore dell’Inter sul futuro: «Nel calcio tutto cambia in fretta»

Impressionato dal lavoro di Claudio Ranieri al Leicester City, che potrebbe fare l’impresa vincendo la Premier League, Roberto Mancini ha però ammesso che la squadra inglese più forte resta il Manchester City, che potrebbe cedere Yaya Touré al termine della stagione con l’arrivo di Pep Guardiola in panchina: «E’ un grandissimo calciatore, come il City ne ha tanti, ma non so cosa accadrà», ha dichiarato l’allenatore dell’Inter a calciomercato.com, spiegando poi la sua passione per il calcio inglese: «La Premier è bella perché si vive il calcio senza quello che accade in Italia dopo una o due sconfitte oppure dopo una o due vittorie, e perché gli stadi sono sempre pieni. Credo che sia la massima espressione di una partita di calcio. Avere vissuto un’esperienza così, avere vinto una Premier e una FA Cup, per me è qualcosa di estremamente bello».

RILANCIO – Mancini ha parlato poi del progetto Inter, che passa inevitabilmente da momenti belli e altri più difficili. L’obiettivo principale resta la qualificazione in Champions League: «Quest’anno noi siamo stati in testa quasi tutto il girone d’andata, quindi significa che qualcosa di buono l’abbiamo fatto. Ora abbiamo un obiettivo, che è quello che avevamo all’inizio: siamo ancora in ballo, sappiamo che non sarà semplice ma faremo di tutto per centrarlo. Poi vedremo cosa accadrà il prossimo anno, di sicuro la squadra migliorerà, con il tempo ci accorgeremo se saremo in grado di lottare con chi oggi ha ancora più di noi. Penso che sia solo questione di tempo: l’Inter tornerà a essere una grandissima squadra. Il presidente ha investito nell’Inter e continuerà a farlo e io sono molto fiducioso in tutto questo».

CON FILOSOFIA – Preso spesso di mira dalle critiche, anche pesantemente, Mancini va avanti per la sua strada: «Non mi faccio grandi illusioni quando gli elogi sono straordinari com’è capitato all’inizio della stagione né mi creo problemi quando arrivano invece le critiche, nemmeno quando sono offensive. Fa parte tutto del circo del campionato italiano, noi viviamo di queste cose, le polemiche… A noi piace comportarci così… Poi l’Inter è una grande squadra, perciò quando c’è qualcosa che non va le critiche arrivano».

MANOVRE – Dalle critiche al mercato e, quindi, alle voci su Banega ed Erkin: «Dovreste chiederlo ad Ausilio, è lui che fa tutto. Banega è un giocatore molto bravo, tecnico, non a caso titolare della nazionale argentina. A giugno vedremo. Erkin? Lo conosco bene, avendo lavorato in Turchia… E’ un ex giocatore del Galatasaray, adesso è al Fenerbahce… Direi che è un bravo calciatore… Ma anche su questo, chiedete ad Ausilio…», ha dichiarato Mancini, che poi ha parlato di Adem Ljajic: «Ha qualità enormi e a venticinque anni dovrebbe ragionare da professionista. Uno con le sue qualità deve sfruttarle al massimo, deve mettersi sempre a disposizione della squadra, anche perché fare il calciatore è piuttosto semplice, soprattutto per uno come Ljajic: si tratta di conservare la concentrazione due o tre ore, fra prima e dopo l’allenamento, quindi non è una cosa molto faticosa. Un giocatore che ha qualità e le butta via o non le sfrutta tutte è una grave perdita, per il calcio ma anche per lui».

PORTE APERTE – Dal mercato al suo futuro con le voci di un possibile passaggio sulla panchina della Nazionale: «Resto all’Inter? Se non mi mandano via, sì. Perché poi nel calcio le cose cambiano in fretta, eh? All’inizio del campionato dovevano esonerare Allegri, adesso devono fargli un contratto di venti anni; all’inizio del campionato io dovevo restare all’Inter cinquantasei anni e ora mi vogliono esonerare… Dalla sera alla mattina nel calcio cambia tutto. Nazionale? Come per tutti gli allenatori italiani, se un giorno dovesse arrivare la chiamata della Nazionale potrebbe essere il coronamento di una carriera: dopo avere passato tanti anni in grandissime squadre, finire con l’Italia sarebbe un grande onore. Anche perché un’occasione del genere non capita a tutti e non capita sempre», spiega Mancini, che poi sulla corsa scudetto conclude: «Credo che sarà una lotta a due… mah, non so se a due… Adesso la Roma si è rifatta sotto e in questo momento non è lontanissima: a dieci giornate dalla fine credo che possa anche diventare una lotta a tre se i giallorossi continueranno a fare così bene. Ovviamente io spero di no, visto che tra due domeniche ci giochiamo…».