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Italia, i 10 calciatori più forti non convocati da Ventura

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Italia, chi sono i grandi esclusi dal commissario tecnico Giampiero Ventura per le sfide ad Albania ed Olanda?

Italia, è doppia tornata quella che attende gli uomini di Ventura: prima lo scontro con l’Albania nell’impegno valevole per le qualificazioni al prossimo Mondiale di Russia 2018, dove gli azzurri dovranno provare a scavalcare la Spagna nella classifica del raggruppamento per non dover incorrere nella scomoda via alternativa degli spareggi, poi l’amichevole di lusso ad Amsterdam contro i padroni di casa dell’Olanda, impegnati a loro volta nella stessa missione all’inseguimento della Francia. L’elenco dei ventisei convocati – considerate le sostituzioni sopraggiunte per via degli infortuni occorsi a Bernardeschi e Gabbiadini – è il seguente:
Portieri: Gianluigi Buffon (Juventus), Gianluigi Donnarumma (Milan), Alex Meret (Spal)
Difensori: Davide Astori (Fiorentina), Andrea Barzagli (Juventus), Leonardo Bonucci (Juventus), Matteo Darmian (Manchester United), Danilo D’Ambrosio (Inter), Mattia De Sciglio (Milan), Alessio Romagnoli (Milan), Daniele Rugani (Juventus), Leonardo Spinazzola (Atalanta), Davide Zappacosta (Torino)
Centrocampisti: Daniele De Rossi (Roma), Roberto Gagliardini (Inter), Marco Parolo (Lazio), Marco Verratti (Paris Saint Germain)
Esterni: Antonio Candreva (Inter), Lorenzo Insigne (Napoli), Matteo Politano (Sassuolo), Nicola Sansone (Villarreal), Simone Verdi (Bologna)
Attaccanti: Andrea Belotti (Torino), Eder Citadin Martins (Inter), Andrea Petagna (Atalanta), Ciro Immobile (Lazio).
Dritti al punto: quali sono i dieci esclusi eccellenti dalle attuali convocazioni diramate dal selezionatore Giampiero Ventura?

Claudio Marchisio

E’ per distacco il caso più controverso, al limite tra una condizione fisica tutt’altro che ottimale e quella che è ad ogni effetto una scelta tecnica. Peraltro non riconducibile – come in tanti vorrebbero far credere – ad una questione meramente anagrafica: Daniele De Rossi, che sulle gambe ha due anni e mezzo in più rispetto al centrocampista bianconero, è regolarmente al suo posto. Solo un periodo di rodaggio maggiore post-infortunio o c’è dell’altro?

Mattia Caldara

Non pochi, alla luce del valore e della continuità delle prestazioni offerte, avevano invocato la convocazione: per il centrale dell’Atalanta invece ancora spazio nell’Italia Under 21, dove peraltro ha abbandonato il ritiro conseguentemente a problemi fisici. Il livello del calciatore stiamo imparando ad apprenderlo: attento in marcatura, fondamentali nell’impostazione e buoni tempi anche nell’area offensiva. Siamo certi sia allo stato dei fatti di calibro inferiore ad un Astori?

Stephan El Shaarawy

Tenuto conto del 4-2-4 che il commissario tecnico intende perseguire, un esterno offensivo del suo estro e della sua rapidità d’esecuzione avrebbe potuto arrecare qualcosa alla causa: Ventura per la sua Italia gli ha preferito i vari Verdi, Politano e Sansone (oltre ovviamente ad Insigne e Candreva). Pesa in tal senso il mancato utilizzo pieno nel club d’appartenenza: chi gli ha soffiato il posto va senz’altro in campo con maggiore continuità.

Marco Borriello

Come la si giri si giri, i gol all’attivo sono 12: non pochi, non tanti i centravanti che nell’attuale edizione della Serie A hanno segnato più di lui. Solo i big, per intenderci. L’infortunio di Gabbiadini ha spalancato le porte delle nazionale a Petagna, che si distinguerà senz’altro per un ottimo lavoro di sponda, ma che di reti ne ha segnate meno della metà rispetto al Borriellone nazionale: classe ’82, certo la carta d’identità non corre in suo aiuto. E non sosterrà il suo sogno mai nascosto ed anzi sempre candidamente ammesso: quello di tornare a vestire almeno per un’occasione l’ambita maglia azzurra. Italia nel cuore, se non è troppo tardi.

Andrea Conti

Tagliamo la testa al toro: esterni destri come lui, oggi in Serie A, ce ne sono davvero pochi. Per intenderci: al momento il confronto con Zappacosta e Darmian lo vede vincente. Quattro reti stagionali ed altrettanti assist, classe ’94, le sue prestazioni hanno attirato l’attenzione dei top club italiani: ha le carte in regola per sfondare perchè già sembra pronto in entrambe le fasi di gioco, per la chiamata della nazionale italiana dovrà aspettare.

Federico Chiesa

Quando si parla di un diciannovenne ed il Paese di appartenenza si chiama Italia, appare immediato ragionare in termini attendisti: maturerà, si farà le ossa, può mettersi in fila ad aspettare. E pure le prestazioni di questo calciatore si sono elevate – oltre che per livello intrinseco – per la poliedricità: il figlio d’arte può giocare in varie posizioni, dall’esterno offensivo ad ultimo di un centrocampo a cinque fino ad impieghi più accentrati, la duttilità tattica di Paulo Sousa ne sta palesemente velocizzando la crescita di un percorso che va dritto nella direzione della completezza.

Emiliano Viviano

Dopo l’infortunio del concittadino Perin ci aveva sperato: l’ennesimo stop del portiere del Genoa poteva tramutarsi nell’assist più gradito per l’estremo difensore della Sampdoria. Che, a sua volta dopo aver superato l’infortunio al polso che lo aveva estromesso dai campi da gioco per tre mesi, si è rilanciato su ottimi livelli. Ventura ha scelto Meret: Italia che, alle spalle del guru Buffon, piazza un classe ’99 (il fenomeno Donnarumma) ed un classe ’97 – Meret appunto – che con la Spal sta deliziando la serie cadetta.

Manuel Locatelli

Un avvio di stagione da urlo, di quelli che se ne parla come si dibatte di un certo Donnarumma, poi la naturale quanto inevitabile flessione di un classe ’98 in un ruolo che impone la continua presa di responsabilità. La traiettoria, quantomeno in un Paese più reattivo e coraggioso in termini di lancio e contestuale impiego dei suoi giovani più apprezzati, pareva essere quella di un immediato futuro azzurro: la certezza è che se ne riparlerà molto presto.

Mario Balotelli

Eder e Petagna sì, lui no: non vi nascondete, fa un certo effetto. E magari ci sta pure eh: l’italo-brasiliano con Conte ha fatto molto bene, districandosi in diverse mansioni, il centravanti dell’Atalanta è un fattore della fluidità offensiva che i nerazzurri presentano nella stragrande maggioranza delle loro partite. Il talento di Mario Balotelli però – rispetto ai suddetti – è pacificamente di altro livello. Ed i gol stagionali – 12 in 22 partite, per l’esattezza uno ogni 139 minuti, non proprio male insomma – nella nuova esperienza al Nizza non sono pochi: va bene tutto, basta che non ci sia una preclusione a prescindere.

Domenico Berardi

Parli di talento e… dulcis in fundo come non potrebbe spuntare lui: sarebbe dovuta essere la stagione di Mimmo Berardi, quella della definitiva consacrazione prima del (tardivo?) salto in una grande. Del resto i suoi numeri parlano forte e chiaro: in estate, ad appena ventidue anni, vantava già 38 reti in Serie A. Sono numeri importanti a cui non ha fatto seguito la prima benedetta convocazione nell’Italia dei grandi: quando lo chiamò Conte per le gare di qualificazione contro Azerbaigian e Norvegia si infortunò e fu costretto ad abbandonare anticipatamente il ritiro, poi la chiamata di Ventura per il recente stage. Quando arriva la telefonata attesa?

Menzioni finali

Tre considerazioni su Francesco Acerbi, Simone Zaza ed Antonio Barreca: il centrale del Sassuolo, nonostante la stagione disastrosa del suo Sassuolo, ha conservato un rendimento rispettabile. Se la squadra avesse viaggiato su altre dinamiche, sarebbe potuto servire a questa Italia. Zaza si è un po’ perso nelle scelte post-Juventus ma oggi con la maglia del Valencia, a differenza di quanto accaduto nella triste parentesi al West Ham, sta quantomeno provando a rilanciare le sue quote. Di Antonio Barreca parlano un po’ tutti: classe ’95, poco da eccepire sulla propulsione offensiva, se riesce a strutturare una fase difensiva ancora troppo precaria può nel medio termine guadagnarsi la maglia della nazionale.