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Italia, Gnonto: «Mancini crede davvero nei giovani. Sterling il mio modello»

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Il baby attaccante dell’Italia Gnonto si è raccontato in una lunga intervista al Corriere della Sera

Willy Gnonto, baby attaccante dell’Italia esploso nelle recenti partite di Nations League della Nazionale, si è raccontato in una lunga intervista al Corriere della Sera.

GOL PIU GIOVANE«Non è servito a niente, mi dispiace sia arrivato in una sconfitta del genere. La cosa più importante era vincere, invece è andata male». 

PASSO INDIETRO CON LA GERMANIA«Non è questione di Gnonto o di non so chi altro. I tedeschi sono stati superiori in tutti gli aspetti, sono molto più avanti di noi e non certo da ieri. Siamo un gruppo giovane, molti fino a due settimane fa non avevano mai giocato assieme. Stiamo cercando di ripartire e davanti abbiamo due anni difficili ma belli: c’è entusiasmo, qualità ed esperienza. Vediamo cosa succede. Intanto penso a fare bene l’Europeo Under 19: abbiamo una squadra forte». 

COLPITO DA MANCINI«Ha riunito gli 8-9 giocatori che ha convocato dopo lo stage e ci ha detto che dovevamo farci trovare pronti. Lì ho capito che credeva davvero in noi. E questo su di me ha lasciato il segno. Quello che ha fatto il c.t. con noi giovani non era per nulla scontato. È stato un segnale forte». 

TESTA«Vuol dire mantenere sempre l’equilibrio. Non ero molto conosciuto prima di queste quattro gare, mentre ora magari lo sono un po’ di più. Ma non ero scarso prima e non sono un fenomeno adesso». 

MATURITA LICEO«La situazione è “così così”, proprio per l’Europeo Under 19. Porterò i libri anche lì, non c’è alternativa». 

LEGGERE«Sì, tutto quello che riguarda il calcio e altri sport: ho letto le biografie di Messi e Maradona e quelle di Shevchenko e LeBron James saranno le prossime». 

GENITORI«In questi giorni ho realizzato tanti sogni che avevo quando ho iniziato a giocare. E lo devo ai tanti sacrifici fatti, soprattutto dai miei genitori. Quello che hanno fatto loro per me è stato incredibile. Molte volte non c’erano i soldi per andare a Milano all’allenamento: mia mamma lavorava in un hotel a Baveno e sperava nelle mance, per pagare la benzina. Da piccolo non potevo realizzare, ma adesso che ho 18 anni queste cose mi provocano un sentimento strano». 

AUTOGRAFO MESSI«No, ma almeno contro l’Inghilterra ho preso la maglia di Sterling, un altro modello per me». 

PANDEMIA«Sono stati due anni abbastanza tosti, anche perché nel mezzo ho preso la decisione più difficile finora. Ho cercato di guardare sempre il lato positivo: ho avuto tanto tempo per riflettere e per uscire dalla mia zona di comfort». 

ZURIGO«Il fatto di avere una occasione per dimostrare il mio valore in prima squadra. Lo Zurigo ha rischiato su di me, sono stato fortunato a incontrare loro. E anche ad avere i miei genitori con me». 

TORNARE ALL’INTER«Non so, posso dire che sono interista e mi piacerebbe un giorno tornare. Ho tanto tempo davanti a me, vedremo con calma».