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Juve, ma Singo e Maehle servono adesso?

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La Juventus sarebbe su Singo e Maehle per rinfozare le fasce la prossima estate, ma i due giocatori servono veramente?

Tuttosport di oggi rilancia in prima pagina l’ipotesi Singo e Maehle. Lo fa parlando di operazioni possibili per l’estate, quando verosimilmente ci sarà il rinnovo delle fasce – che a questo punto sarà epocale – con i più che probabili addii di Cuadrado e Alex Sandro. Premesso che la Juve potrà anche andare a riprendersi Cambiaso, i due profili indicati sono certamente interessanti, a partire dall’età: Singo ha 21 anni, Maehle 25.

E se il torinista è pronto per spiccare il salto di qualità definitivo, il danese sta giocando il Mondiale in Qatar con la consueta verve che ha anche nei giorni più difficili e nell’Atalanta ha messo nel bagaglio un po’ di esperienza internazionale che lo può far trovare pronto per una nuova esperienza (anche se i giocatori di Gasperini vanno sempre messi alla prova in altri contesti, vedi Gosens e le sue difficoltà all’Inter). Ma che stagione stanno vivendo i due difensori? Singo ha avuto due picchi, uno in negativo e l’altro in positivo. Il primo si è verificato al Maradona, luogo di difficoltà per eccellenza per molti suoi colleghi: il vantaggio dei partenopei è nato proprio da un suo duello aereo perso con Mario Rui e sulla valutazione della prestazione l’evento ha avuto un peso. Il secondo, invece, si è registrato proprio nell’ultimo impegno del Toro a Roma.

Partito in panchina, l’infortunio di Vojvoda gli ha regalato spazio e lui ne ha approfittato per disegnare l’assist del momentaneo vantaggio e per offrire la sensazione forte che si stesse rivedendo il “vero” Singo, smarritosi da un po’ di tempo a questa parte. In ogni caso, ha ragione Sergio Baldini su Tuttosport a scrivere che «l’ivoriano del Toro convince per la giovane età e dunque per gli ampi margini di miglioramento, oltre che, ovviamente, per caratteristiche e qualità (che hanno attirato su di lui anche gli occhi di Inter, Milan e Napoli)».

Anche Maehle ha offerto la dimostrazione migliore del suo repertorio nel finale di campionato, in occasione della gara persa con il Napoli in casa. Per continuità e forza degli assalti in avanti, anche se perde sempre qualche pallone di troppo. Un difetto perdonabile, al confronto degli errori mostrati a Udine, della mancanza di spinta contro la Lazio e della timidezza mostrata in una gara pur messa in discesa come quella di Empoli.