Juventus, Asamoah: "Pronti a lottare, in Champions..." - Calcio News 24
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2013

Juventus, Asamoah: “Pronti a lottare, in Champions…”

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JUVENTUS ASAMOAH CONTE PIRLO CHAMPIONS LEAGUE – I colleghi della Gazzetta dello Sport hanno intervistato, direttamente dal ritiro della Nazionale ghanese, Kwadwo Asamoah. Il duttile centrocampista della Juventus ha fatto capire di essere convinto dei mezzi della formazione bianconera, sia per il bis in campionato che per una bella marcia nella fase finale della Champions League, con un occhio all’impegno in Coppa d’Africa: “Io trovo che la forza della Juventus sia riassumibile in due punti, e uso le parole inglesi per spiegarmi meglio. Fighting spirit non ha bisogno di traduzione: in quello spogliatoio l’ho respirato fin dal primo giorno. Non è che qualcuno in particolare sia venuto a dirmi “qui si tirano fuori gli attributi”, è un’evidenza immediata e stop. Il secondo punto si chiama game plan, e non so quanti allenatori lo preparino con la scrupolosità di Conte. Parlo proprio di un piano strategico, cosa fare, quando farlo, come farlo, con chi farlo. Decido io quando partire, per rispondere alla sua domanda, ma nel game plan è già tutto scritto. Il mio ruolo? Premesso che gioco dove serve, e posso farlo sempre perché la resistenza è una mia qualità, mi piace il ruolo disegnatomi da Conte, esterno in una squadra che difende a tre. Lo prediligo perché amo attaccare, penetrare dalla corsia l’area avversaria. I terzini di una “quattro” devono rientrare precipitosamente; gli esterni di una “tre” possono prima rifiatare, dietro non sono mai sguarniti. Il mio rapporto in campo con Pirlo? Beh, quando ho un dubbio guardo lui e seguo la sua indicazione. L’ho ammirato per anni, nel Milan e nell’Italia. Non sono tipo da smancerie, ma devo dire che giocargli al fianco è un privilegio. Se credevamo di aver già vinto lo scudetto? No, alla Juve non si ragiona così. E comunque credo che, malgrado questo appannamento, la Juve in Italia sia ancora la più forte. E in Champions? Spero di perdermi l’andata col Celtic, perché vorrebbe dire essere arrivato alla finale di Coppa d’Africa. Poi, però, conto su un filotto di gare europee che duri fino a maggio. Contro Chelsea e Shakhtar mi sono divertito da pazzi, e ho capito che anche se non siamo la squadra più forte, batterci è un’impresa durissima.