Napoli, Ancelotti felice del mercato? Allora starà a lui dare qualcosa in più
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Napoli, Ancelotti felice del mercato? Allora starà a lui dare qualcosa in più

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Ancelotti Napoli

L’allenatore ha promosso a pieni voti il mercato, adesso è lui che deve dare al Napoli qualcosa in più di quanto visto finora

Se ti chiami Carlo Ancelotti, allora è il curriculum che parla per te e hai la fortuna, conquistata sul campo, di essere l’ultimo a finire sul banco degli imputati se qualcosa va storto. Per l’allenatore del Napoli palesare un lieve malcontento per il mancato arrivo di qualche acquisto sarebbe potuta essere la cosa più facile da fare per crearsi un alibi. Ancelotti però, da grande professionista e aziendalista nel senso più nobile della parola, non l’ha fatto.

A fine agosto saremo tutti contenti“, disse nel mese di luglio sir Carlo da Reggiolo, e alla vigilia della sfida con la Juventus non si è rimangiato quando detto, anzi: “Mi prendo la responsabilità di affermare che questa squadra potrà lottare concretamente per lo scudetto“. Una squadra forte e competitiva, che forse non lo è ancora abbastanza per poter duellare alla pari con la Juventus. Dal mercato però, nonostante i mancati arrivi di James e della punta da 30 gol annunciata da De Laurentiis, non è arrivato niente di meno rispetto a ciò che ci si auspicava: “E‘ stato un mercato fatto bene, molto oneroso per la società, non lo nascondo“, diceva ancora Ancelotti qualche giorno nel commentare una finestra estiva in cui in realtà il Napoli si è finanziato le entrate con le uscite, chiudendo anche con un saldo attivo. 7 gol subiti in 2 partite però, non sono numeri da grande squadra. Variabili impazzite da calcio d’agosto, o la sensazione di un progetto tecnico che, malgrado la qualità della rosa ammessa dallo stesso allenatore, stenta ancora a decollare e a trovare i propri equilibri?

Ancelotti ha messo il marchio sulla costruzione di questo Napoli. Non con l’arrivo di nomi esorbitanti a condizioni senza senno, come qualcuno poteva auspicare dopo aver visto il nome del 3 volte campione d’Europa da allenatore arrivare all’ombra del Vesuvio. Ma il segno c’è comunque: c’è in difesa dove, con le cessioni di Albiol e Chiriches e l’arrivo di Manolas con la permanenza a sorpresa di Tonelli, non ci sono più pensatori, ma in compenso tutti grandi marcatori, come più consono al suo calcio di transizione. C’è a centrocampo, dove in un anno sono andati via Jorginho, Diawara e Hamsik, i tre calciatori usati da Sarri in regia, e sono arrivati Fabian Ruiz ed Elmas, due grandi tuttocampisti con meno giocate semplici ma molta più iniziativa nelle corde. C’è in attacco, dove l’arrivo di Lozano si sposa con l’identikit di punta veloce e capace di attaccare la profondità senza per forza dover incarnare lo stereotipo del centravanti tipo, come ampiamente dettato dal mister nei mesi.

Insomma, in questo Napoli c’è quasi tutto del volere di Ancelotti: scelte e anche rinunce, come quelle all’arrivo di un altro mediano e di un ritorno al 4-3-3, unico modulo che sembrerebbe poter non sacrificare nessun giocatore della rosa, ma tuttavia unico modulo ignorato sinora dal tecnico sul terreno di gioco. Se il mercato è stato fatto bene dunque, ed è stato fatto come è evidente a immagine e somiglianza dell’idea di calcio del tecnico, adesso starà a quest’ultimo provare ad alzare l’asticella. Il Napoli non è la Juve. In questi anni il club azzurro è diventato grande battendo ogni giorno quelli che potevano sembrare i limiti di partenza. Per poter davvero essere competitivo, dovrà tornare presto a farlo. Il tempo del mercato è finito, ed è durato anche troppo. Adesso, è piuttosto evidente, è arrivato quello in cui Ancelotti dovrà dimostrare di poter davvero essere un valore aggiunto.