Onofri: «La Serie A deve ripartire e aiutare il calcio minore» - ESCLUSIVA
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Onofri: «La Serie A deve ripartire e aiutare il calcio minore» – ESCLUSIVA

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Claudio Onofri, ex difensore di Torino e Genoa, ha commentato in esclusiva a Calcionews24.com i temi caldi del calcio italiano. Le sue parole

Claudio Onofri, ex difensore di Torino e Genoa, ha commentato in esclusiva a Calcionews24.com i temi caldi del calcio italiano. Da una ripartenza “necessaria” alle strumentalizzazioni di presidenti e organi internazionali, con la Juve sempre e comunque favorita per lo Scudetto.

Ripartire è un’opportunità o una necessità dettata dagli interessi che gravitano intorno al mondo del calcio?

Sicuramente una necessità, come si tenta di ripartire in ogni azienda per evitare danni inenarrabili. E’ normale che sia così. e mi spiace molto quando si esagera con la demagogia: è ovvio che al momento la prima cosa è salute pubblica così come tentare di debellare il virus. Poi c’è un futuro a cui pensare, bisogna calcolare che il calcio è una delle aziende più importanti d’Italia e dà da vivere a tante persone, anche a livelli minori. E proprio dalla B in giù ci saranno le maggiori difficoltà dopo che l’emergenza sarà finita. Non è scandaloso parlare di una ripartenza a breve del calcio ad alti livelli che possa aiutare anche il calcio minore semiprofessionistico.

Non c’è il rischio di scavare un solco ulteriore tra la Serie A e gli altri campionati minori?

No, la ripartenza del calcio che conta deve essere visto come un traino per il resto, altrimenti anche al top se ne subiranno le conseguenze. Per tutti il calcio nasce come una passione, io stesso da bambino mai avrei pensato di giocare in A. Si deve ripartire, e gli utili spartiti con il calcio dei bambini e dei ragazzi. Chiaramente io sono per ripartire, ma con tutte le cautele, anche per poter ritrovare un po’ di emozioni e gioie, che ci sono mancate molto nelle ultime settimane.

Come mai non si è arrivati ad accordi colettivi anche su questioni delicate ma necessarie come il taglio degli stipendi?

Nella nostra società qualsiasi cosa – anche un gioco e una passione – diventa preda di interessi economici e finanziari. E’ normale, fino a un certo punto, tutelare i propri interessi ma non a discapito del bene comune. Questa è la prima cosa. Classifica alla mano ci sono squadre che preferirebbero sospendere, altre invece, come la Lazio, che puntano a obiettivi straordinari. Questo discorso, se non va a discapito di interessi generali, lo posso capire anche se non lo giustifico a pieno, la priorità in questo momento è salvaguardare la salute di tutti, poi pensare anche alla salvezza di tanti: il calcio non è fatto solo di gol e fuorigioco ma ci sono migliaia di persone che vivono di e intorno al pallone.

C’è il rischio di una pioggia di ricorsi a fine stagione, comunque vada?

Quando si prende una decisione deve essere collettiva, anzi è più probabile che piovano ricorsi se non si ricomincia, così come contenziosi con televisioni e sponsor, che rischiano di depaupera ulteriormente il sistema. Per questo è fondamentale trovare un accordo per riprendere la stagione in corso e iniziare a pensare già alla prossima.

Il calcio italiano ne uscirà ridimensionato?

Presumibilmente sì, ma deve essere un ridimensionamento accettato come base per ripartire dal basso. Chi sta meglio deve dare una mano ai più poveri. Guardiamoci intorno, non sarà solo il calcio a pagare le conseguenze del virus ma l’intera società nella quale viviamo. Speriamo che in una tragedia si possa trovare anche qualcosa di positivo, e magare pensare un po’ più di prima agli altri.

Allineare il calendario all’anno solare è una soluzione praticabile?

A livello di tempistiche non sarà semplice, ci sono gli Europei l’anno prossimo, ma rimane una soluzione valida per ripartire tutti allo stesso livello, una nuova strada che potrebbe diventare definitiva come in Sud America. Di fatto si tratta di un problema minore, quello vero sarebbe non ripartire, provocherebbe una crisi quasi esistenziale per molti di noi che sono appassionati e vivono di calcio. Le tempistiche si studieranno in base alle esigenze, ad oggi è difficile capire se e quando si tornerà in campo.

Le divisioni tra i presidenti delle squadre di A hanno fatto discutere.

Ma non solo, anche tra Lega di A e Uefa, ci sono state strumentalizzazioni aberranti rispetto al momento che stiamo vivendo. Molti hanno provato a tutelare i propri interessi ad ogni costi, anche in modo vergognoso, prevaricando tutto il resto, e in questo momento è qualcosa di indecoroso.

Le cinque sostituzione potrebbero agevolare chi ha una rosa più ampia.

L’input è partito da Ranieri, da un punto di vista sportivo ci può stare tranquillamente visti i tempi stretti e i tanti impegni ravvicinati, ma è ovvio che le più grandi sono favorite: se la Juve toglie Dybala e mette Douglas Costa non cambia molto.

La lotta Scudetto sarà più viva che mai.

La più penalizzata è stata la Lazio, perché stava vivendo un momento incredibile, impensabile a inizio stagione. Se parliamo di valori assoluti non c’è partita. La Juve è fuori categoria ancora una volta rispetto alle altre, ha una rosa straordinaria e grandi capacità a livello societario. In più beneficia si un sistema – a livello di proventi da tv – non equilibrato come ad esempio in Premier League. I bianconeri sfrutta benissimo la sua posizione di vantaggio, da sempre maestri negli investimenti, ancora di più negli ultimi anni. Hanno mantenuto le distanze inalterate, nonostante il campionato straordinario della Lazio.