Sabatino Durante dal Brasile: «Su Wesley, Paquetà e Gabigol...» - ESCLUSIVA
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Durante a tutto Brasile: «Wesley deve crescere, Paquetà non è Kakà, Gabigol il top» – ESCLUSIVA

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Sabatino Durante, agente Fifa che opera in Sudamerica, parla dal Brasile: «Wesley deve crescere, Paquetà non è Kakà, Gabigol fenomeno» – ESCLUSIVA

Dici Italia-Brasile e pensi a sfide che hanno scolpito interi capitoli di storia del calcio. Dici Italia-Brasile e pensi ad una delle tratte più frequentate in tema di calciomercato. Un’asse rinverdito – una volta di più – dalla Juventus, che nelle ultime ore ha messo le mani su Wesley David de Oliveira Andrare. Per tutti, semplicemente, Wesley. O “Gasolina”, come viene soprannominato in patria per la velocità con cui si divora la fascia destra. Un terzino classe 2000, svincolato pochi giorni fa dal Flamengo dopo un lungo braccio di ferro con il club che l’ha cresciuto, che ha iniziato ad allenarsi a Vinovo con la Juventus Under 23. In vista di un tesseramento (da extracomunitario) che probabilmente in estate competerà ad un club con cui i bianconeri vantano buoni rapporti. E il Sassuolo è in prima fila. «Un giovane che fa della rapidità il suo tratto distintivo, con un buon piede ed un’ottima tecnica come tanti suoi connazionali – la descrizione direttamente dal Brasile di Sabatino Durante, agente Fifa che opera da sempre in Sudamerica –. Non ha i crismi del predestinato, ci sono molti giovani della sua generazione allo stesso livello, ma a suo vantaggio ha una grande grinta e un’innata predisposizione al lavoro».

Un’operazione che, per molti versi, ricorda quella della Juventus con Rogerio…
«E al ragazzo auguro un percorso simile a quello del suo connazionale: un giovane partito dal Brasile senza clamori, ma che in Italia sta dimostrando di essere un giocatore vero».

Wesley vanta anche una lunga trafila nelle Nazionali giovanili del Brasile…
«Ma purtroppo la qualità nelle selezioni verdeoro si sta livellando verso il basso, basti pensare che l’Under20 non è riuscita a chiudere il Sudamericano Sub-20 tra le migliori quattro e per una delle prime volte nella storia non prenderà parte al prossimo Mondiale».

Uno scenario che si riflette anche sulla Nazionale di Tite?
«Sì, perché molti titolari in Nazionale non lo sono al contrario nel loro club: penso a Miranda o a Coutinho, ma anche allo stesso Gabriel Jesus. Al momento nessun brasiliano può essere considerato il migliore al mondo nel suo ruolo, nemmeno Neymar se è vero che non è andato oltre il 12° posto nell’ultima classifica per il Pallone d’Oro».

Sensazioni in vista della Coppa America?
«Non vorrei che, in caso di risultato negativo, venissero imputate a Tite colpe che in questo momento sono da ricercare in un movimento che non sforna fuoriclasse. Gli ultimi successi verdeoro nell’albo d’oro avevano visto protagoniste selezioni con Ronaldo, Rivaldo, Ronaldinho, Roberto Carlos e Cafu».

Dove sono da ricercare le principali cause?
«Innanzitutto in campionati nazionali poco competitivi in tutto il Sudamerica. Basta guardare all’ultima finale di Libertadores tra Boca e River: i protagonisti principali sono stati Quintero e Pratto, due giocatori passati in Italia rispettivamente da Pescara e Genoa senza lasciare il segno. Lo stesso vale per il Brasile, dove il Palmeiras si è laureato campione con la maglia numero 10 sulle spalle di Moisés, uno che in Europa faceva la riserva al Rijeka in Croazia. E il “crack” della stagione è stato l’esterno Dudù, uno che aveva fatto male alla Dinamo Kiev in Ucraina».

Un parere sui primi mesi italiani di Paquetà?
«Buoni, anche se il ragazzo non ha nulla a che vedere con Kakà come qualcuno sostiene. Il suo ruolo ideale, però, è quello di trequartista centrale in un 4-2-3-1. Poi ha l’intelligenza e la duttilità tecnica e mentale per adattarsi anche ad altri contesti. L’esatto opposto rispetto ad alcuni connazionali…».

Per esempio?
«Per esempio Gabigol, uno che tende ad avere problemi di approccio mentale. Ero uno dei suoi massimi estimatori e resto convinto sia un giocatore di livello assoluto. Ma in Italia, per dire, non ha saputo adattasi al ruolo di esterno d’attacco con compiti lungo 60 metri e non soltanto negli ultimi 20….».

@DanieleGalosso