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Torino-Roma, sit-in dei tifosi della Curva Primavera: sciopero del tifo

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Torino-Roma, un centinaio di tifosi della Curva Primavera granata ha organizzato uno sciopero del tifo contro le multe per i posti non rispettati

Torino-Roma, protesta dei tifosi granata prima della gara valida per la nona giornata di Serie A. Un centinaio di appartenenti alla Curva Primavera sta attuando un sit-in davanti all’ingresso del settore: una forma di protesta verso la Questura che ha multato diversi tifosi, rei di non aver rispettato i posti numerati in occasione di Torino-Sassuolo dello scorso 27 agosto. Sono stati posizionati striscioni sulla cancellata dello stadio recitanti: «Il nostro posto è qua, lo sappiano Digos, infami e società» e «Tuit Fora».

Questo il comunicato diffuso dall’Unione dei Club Granata in merito allo sciopero del tifo odierno: «A seguito del comunicato dei Ragazzi della Curva Primavera relativo alla manifestazione in programma per domenica 22 ottobre, l’Unione Club Granata ritiene di doversi esprimere. Nei giorni passati abbiamo interpellato tutte le parti in causa: il Torino FC, la DIGOS e alcuni tifosi non legati a gruppi organizzati, ma frequentanti la Curva Primavera. I tifosi rivendicano, come tutti hanno avuto modo di leggere, il diritto all’equità di trattamento dal punto di vista legislativo. La DIGOS garantisce che il problema è legato esclusivamente ad una questione di gestione della sicurezza all’interno dello stadio, e ricorda a tutti i tifosi presenti di seguire con attenzione le indicazioni comunicate dagli steward all’interno del Grande Torino, compresa quella di non occupare posti nelle cosiddette “zone cuscinetto” lasciate intenzionalmente libere. Relativamente alla civile manifestazione in programma per domenica, desideriamo tranquillizzare i nostri iscritti che non ci saranno picchetti che impediranno l’ingresso in maniera forzosa.
Ciascun tifoso sarà libero di aderire alla protesta o entrare allo stadio, di esporre il proprio striscione o ritirarlo, senza temere alcunché sia in un caso che nell’altro. In una società civile improntata alla libertà di espressione, riteniamo che i cittadini abbiano il diritto di manifestare pubblicamente e pacificamente il proprio disagio. Infine, auspichiamo fortemente che a ciò possa seguire l’apertura di un tavolo di confronto e dialogo tra tutte le parti in causa».