Tottenham Manchester United: il bunker di Mourinho funziona solo in parte
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Tottenham Manchester United: il bunker di Mourinho funziona solo in parte

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In Tottenham-Manchester United, Mourinho ha optato per un atteggiamento molto rinunciatario. Questa mossa ha funzionato solo in parte

Tottenham e Manchester United hanno ricominciato la Premier League con un pareggio che serve a ben poco in ottica quarto posto, soprattutto ai padroni di casa. Il pattern della gara è stato piuttosto chiaro e costante per tutti e 90′. I Red Devils hanno avuto un evidente dominio in possesso palla (62%) e supremazia territoriale, mentre Mourinho ha allestito un undici assai passivo e rinunciatario, che aspettava in basso gli avversari.

Il bunker di Mourinho blocca Solskjaer

Con il ritorno di Harry Kane e Lamela alle sue spalle, gli Spurs si sono schierati con un 4-2-3-1 (senza palla un 4-4-2) in cui Son e Bergwijn hanno fatto gli esterni. Per la verità, in fase di possesso il Tottenham prendeva le sembianze del 3-2-4-1, visto che il terzino sinistro (Davies) rimaneva bloccato, mentre quello destro (Aurier) si alzava per dare ampiezza. Abbiamo visto però poche volte il Tottenham consolidare il possesso, talmente è rimasto basso nell’arco del match. Questo è un rimpianto per Mou, perché si sono visti alcuni mismatch che si potevano sfruttare: Rashford infatti rientrava poco in supporto di Shaw, di conseguenza a destra c’era una prateria per Bergwijn e Aurier. Una potenziale superiorità numerica che però è stata cercata poco.

Come si vede, il Tottenham ha praterie sul lato debole, visto che Shaw è isolato. Si poteva sfruttare di più lo spazio a destra.

Gli Spurs hanno scelto però di attaccare soprattutto in ripartenza (così è arrivato il gol di Bergwijn), imbottigliando lo United in fascia e recuperando il possesso grazie a un’elevata densità in zona palla. I Red Devils hanno trovato pochi spazi per verticalizzare centralmente, erano dunque costretti ad allargare il gioco sulle corsie esterne. Il problema (per Solskjaer) era che i londinesi scivolavano orizzontalmente con una compattezza incredibile. Pure le punte aiutavano molto la fase di non possesso, di conseguenza lo United sbatteva spesso sulla linea di fondo poiché mancavano spazi per fraseggiare sul breve.

Il 4-4-2 degli Spurs è stretto e compatto, anche Kane e Lamela ripiegano per aiutare la squadra. L’attaccante inglese supporta bene Bergwijn e Sissoko.

Se questa strategia del Tottenham, forse eccessivamente rinunciataria, ha comunque pagato dividendi e stroncato la pericolosità dello United per larghe fasi del match, molti meriti sono dei giocatori offensivi. Son, Lamela e Bergwijn hanno mostrato una generosità encomiabile senza palla, raddoppiando e supportando sempre il terzino di riferimento. Il coreano è stato uno dei giocatori del Tottenham con più palloni recuperati, ben 2 contrasti e 4 intercetti, dati che fotografano il suo grande sacrificio difensivo. Soprattutto perché sono tutte giocate avvenute nella propria metà campo.

Anche in questo caso, il Tottenham è messo benissimo in fascia: Son supporta Davies, Lamela si abbassa e scherma Wan-Bissaka. In questa slide, si vede anche l’asimmetria dei Red Devils. L’ala (James) dà ampiezza, mentre il terzino (Wan-Bissaka) resta bloccato.

Insomma, nel primo tempo il Manchester United ha trovato pochissimi sbocchi, soffrendo anzi nelle transizioni difensive. La situazione è cambiata nella ripresa, con il Tottenham che si è schiacciato ancora di più.

Cosa cambia nel secondo tempo

Se, pur restando tanto senza palla, nella prima frazione il Tottenham si era disposto con un blocco medio-basso, nel corso del secondo tempo è finito col barricarsi nella propria trequarti. Lo United ha guadagnato tanti metri e, soprattutto, ha impedito agli Spurs di risalire. Il Tottenham ha fallito tante ripartenze, perdendo anzi palla in zone arretrate e sanguinose del campo. Un esempio è il tiro mancino di Martial su cui si è immolato Lloris, nato da un pallone recuperato da Shaw su Aurier.

Se la pericolosità del Manchester è aumentata parecchio nel corso della ripresa, è anche perché le modifiche tattiche di Solksjaer si sono rivelate decisive. Con l’inserimento di Greenwood e Pogba al posto di Lindelof e Fred, i Red Devils hanno infatti occupato molto meglio il fronte d’attacco e sono rimasti stabilmente nella trequarti offensiva. Si sono schierati con una sorta di 3-2-5 nel possesso consolidato, in cui Matic e McTominay hanno fatto praticamente i difensori.

Bruno Fernandes e Pogba hanno composto la mediana, mentre i terzini erano sempre alti sulla medesima linea degli attaccanti. Nel primo tempo, Wan-Bissaka agiva molto bloccato, mentre nella ripresa ha occupato l’ampiezza ed è andato diverse volte al cross da situazioni pericolose, sfruttando i movimenti a stringersi di Greenwood.

Il baricentro altissimo del Manchester United. I mediani, Pogba e Bruno Fernandes, praticamente al limite dell’area, con i terzini sulla stessa linea delle punte. Maguire, il terzo difensore di sinistra, è quasi dentro l’area del Tottenham. Gli Spurs sono barricati dietro.

Oltre alle ripartenze corte che hanno portato a diversi pericoli, in generale il giro palla del Manchester è nettamente migliorato. I Red Devils hanno sfruttato meglio il fondo, con cross più insidiosi, e hanno fraseggiato bene tra le linee. Pogba e Bruno Fernandes hanno lasciato intravedere un’intesa esaltante (super impatto del francese, che ha anche provocato il rigore del pareggio), che ha aumentato drasticamente la rifinitura dello United. Ne è un esempio l’occasione di Martial, generata da uno strepitoso filtrante del portoghese.

Come detto, il Tottenham è calato sempre di più. Anche se per larghe fasi del match hanno difeso con precisione, gli Spurs non sono comunque una squadra in grado di stare bassa per tutta la partita. Sia perché questo stronca la creatività dei giocatori più talentuosi, sia perché in quelle condizioni basta un rimpallo o un episodio decisivo per vanificare tutto. Cosa avvenuta in occasione del rigore, visto che Dier (ottimo fino a quel momento) è stato tanto impreciso quanto irruento su Pogba.

Insomma, è vero che il piano gara di Mourinho a tratti ha funzionato, tuttavia il match del Tottenham Stadium lascia parecchi dubbi sull’evoluzione tattica della squadra, soprattutto a causa di un atteggiamento rinunciatario che non sembra in grado di esaltare la rosa nel lungo periodo. Al contrario, pur con il rammarico per la mancata vittoria, il secondo tempo lancia segnali positivi a Solskjaer, soprattutto per ciò che hanno mostrato Pogba e Bruno Fernandes.