Roma, tutto il mio regno per un portiere - Calcio News 24
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2013

Roma, tutto il mio regno per un portiere

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Alla ricerca di un estremo difensore, i giallorossi ne hanno “bruciati” di elementi…

CALCIOMERCATO ROMA – Dopo innumerevoli tenativi, alla fine pare che la Roma sia riuscita finalmente ad avere il suo portiere: l’indiziato numero uno per quel ruolo è Morgan De Sanctis, espertissimo estremo difensore proveniente dal Napoli. Prima di lui, tuttavia, i giallorossi ne hanno trattati tanti di estremi difensori: da Julio Cesar (poi finito proprio al Napoli) a Sorrentino (la cui pista non è ancora tramontata), da Viviano a Rafael (pure lui brasiliano, finito pure lui al Napoli), passando per Diego Alves del Valencia. Insomma, mancano giusto Dida, Tacconi e Zenga ed i giallorossi avrebbero sondato il mercato in lungo ed in largo per un estremo difensore all’altezza. 

SITUAZIONE CRITICA – Più che legittimo chiedersi perchè portieri di una certa fama e di una certa bravura abbiano rifiutato la Roma negli ultimi mesi. I giallorossi, seppur reduci da un paio di stagioni decisamente sfortunate, non sono proprio l’ultima squadra del torneo della parrocchia ed in questo senso avrebbero potuto assicurare lustro, visibilità ed anche un dignitoso ingaggio a portieri che finora non sempre si erano misurati con realtà importanti (con tutto rispetto per il Santos, ma parliamo pur sempre di campionato brasiliano, o per il QPR ed il Palermo, squadre che quest’anno comunque militeranno in campionati non di primo livello). Fatto che sta che ad oggi la Roma non è riuscita ancora a trovare un portiere all’altezza del proprio nome: De Sanctis, che non ha ancora firmato, è ritenuto da molti un rincalzo a prospettive di maggior rilievo ed in effetti questa visione dei fatti può essere in qualche modo condivisibile. Il “Pirata” ha 36 anni e va per i 37, di sicuro la sua non è una soluzione che guarda più di tanto al futuro. 

ALLE RADICI DEL PROBLEMA – La verità è che negli ultimi anni la piazza romana ne ha bruciati tanti di portieri, gente pazza portata ad una lunga carriera spesso con non troppi club. L’ambiente capitolino mette pressione e, diciamocela tutta, se non hai pelo sullo stomaco, finisci per fartela sotto. Visto da questa prospettiva magari l’arrivo di De Sanctis può avere una sua spiegazione logica. Può avere un spiegazione logica però anche il perchè in tanti si siano tirati indietro di fronte all’ipotesi di arrivare a Roma, a netto di tutti i problemi che il club giallorosso può avere (niente Europa, una squadra in via di rifondazione, una situazione dirigenziale un po’ ondivaga, soldi che, come noto, in Italia ci sono e non ci sono): Roma “brucia” i propri portieri, non ammette troppi errori, non ammette disattenzioni, non ammette cali di tensioni. I tifosi giallorossi, soprattutto e più di tutto, non ammettono che a difendere i pali della propria squadra ci siano persone che non sentono il peso della maglia. Puoi essere un vice-campione del mondo o un “signor nessuno”: non avrai sconti. Mai. 

UNA CARRELLATA DI (QUASI) FALLIMENTI – Spiegabile quindi in questo modo perchè Maarten Stekelenburg, un estremo difensore reduce dalla finale di un Mondiale, non abbia superato l’esame Roma. Lui, come altri suoi colleghi, si è mostrato troppo poco tecnico per il calcio italiano ma, soprattutto, in certi frangenti poco empatico nei confronti dell’ambiente (ha ricordato insomma il peggior Van der Sar della Juventus, uno che pure prima e dopo quell’esperienza aveva vinto tutto): proprio lui, come lo stesso Van der Sar, è finito al Fulham e chissà che la storia non si ripeta di nuovo… Ha avuto invece i suoi momenti di gloria Doni, portiere brasiliano proveniente dalla Juventude in grado di scavalcare nelle gerarchie il povero Curci. Anche lui, diventato eroe per caso del popolo giallorosso, a lungo andare ha subito l’usura di un ruolo, quello del portiere, che a Roma finisce per usurarti due volte tanto: finito altrove, Liverpool e Botafogo, la sua carriera può dirsi conclusa. Come non parlare poi di Lupatelli e Pelizzoli, estremi difensori finiti presto nel dimenticatoio di una piazza che avrebbe voluto e dovuto ricevere forse di più e per più tempo. 

COME ANTONIOLI – A Roma, in fin dei conti, colui che verrà per sempre ricordato è Francesco Antonioli, l’uomo dello Scudetto, l’uomo della provvidenza, scartato forse troppo presto per lasciare posto ad altri. L’esemplare carriera di Antonioli può per certi versi ricordare quella di De Sanctis: una carriera lunga, ricca di soddisfazioni, ma anche di “se avessi potuto”. Roma brucia i portieri, ma ora i giallorossi darebbero tutto il proprio regno per averne uno all’altezza della propria fama.