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Missione Atalanta: il pieno recupero di Ilicic per tornare scintillante

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L’ultimo mese ha evidenziato un rendimento a singhiozzo per l’Atalanta e un Ilicic ancora lontano parente di quello pre-pandemia

Le prime uscite di settembre avevano entusiasmato, spingendo un po’ tutti a pensare che questa Atalanta potesse essere il terzo incomodo nella lotta Scudetto. Il mese di ottobre ha invece un po’ frenato i voli pindarici, con gli impegni di Champions League a catalizzare energie preziose.

Poker al Torino, poker alla Lazio e cinquina al Cagliari. Con tale cavalcata trionfale per approcciare la Serie A, d’altronde, impossibile non stropicciarsi gli occhi. Sembrava che il tempo si fosse incredibilmente fermato a un’estate in cui i nerazzurri erano stati travolgenti in campionato e fatto palpitare in Champions.

Poi, però, ecco riaffiorare antichi difetti, ovvero la complicata gestione della competizione continentale già vissuta un anno fa. A contornare la comoda trasferta contro il Midtjylland, ecco infatti il colossale tonfo di Napoli e la bruciante sconfitta interna con la Sampdoria.

Combinazione del tutto casuale di eventi, esattamente la settimana del ritorno in campo di Josip Ilicic. Dopo mesi di silenzi e inquietudine, il mondo del calcio ha sospirato di sollievo rivedendo la stella slovena calcare il prato verde. Da fine psicologo, Gasperini gli ha immediatamente concesso una valanga di minuti malgrado la lunga inattività.

Una scelta molto probabilmente più “umana” che tecnica, nel tentativo di recuperare nel più breve tempo possibile il ragazzo prima ancora che il giocatore. Titolare con Napoli, Sampdoria e Ajax, minutaggio corposo anche con Crotone e Midtjylland, senza però realmente mai riuscire a incidere.

Così, nelle ultime due prove prima della sosta Nazionali, il passo indietro del tecnico torinese. Novanta minuti filati in panchina sia contro il Liverpool che contro l’Inter, quasi a certificare quanto Josip Ilicic sia ancora lontano parente di quello che sapeva infiammare fino allo scorso marzo.

L’interessante approccio all’Italia di Miranchuk e la progressiva crescita nelle gerarchie di Malinovskyi sembrano ora qualcosa in più di semplici alternative. Il ritorno ai suoi livelli del mancino di Prijedor, però, è la missione prioritaria da compiere per Gasperini. E soprattutto per l’Atalanta.