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Con Emenalo sarebbe una Roma sempre più internazionale

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L’ex Chelsea e Monaco Michael Emenalo sembra sempre più il favorito per il vacante ruolo di Direttore Sportivo della Roma: un profilo internazionale reduce da alterne fortune

Si fa sempre più bollente la candidatura di Michael Emenalo come possibile nuovo Direttore Sportivo della Roma, ruolo rimasto sostanzialmente libero tutta l’estate dopo la turbolenta separazione da Petrachi. Nel frattempo il club della Capitale ha cambiato proprietà, con l’arrivo della famiglia Friedkin che promette scintille ma che ancora non ha sostanzialmente inciso, preferendo un’entrata a piccoli passi. Uno dei quali dovrà essere inevitabilmente la scelta del nuovo DS con il cinquantacinquenne nigeriano sempre più in alto tra le possibili scelte.

L’ex difensore, anche della sua Nazionale, ha intrapreso la carriera dietro la scrivania nel 2007, quando il manager del Chelsea Avram Grant lo introdusse nello staff. La scalata all’interno del club di Abramovich proseguì con la nomina a capo degli osservatori, poi con il ruolo di assistant-coach di Carlo Ancelotti e infine, nel luglio del 2011, diventando Direttore Tecnico. Anni di successo sul campo, con i trionfi in Premier League, Champions League ed Europa League, e gli acquisti eccellenti dei vari Hazard, Courtois, De Bryune, Salah o Kantè, ma anche fuori dal rettangolo verde con la rifondazione dell’Academy, dell’area scouting e della sezione femminile.

Decisamente meno felice, invece, il percorso di Emenalo nel Principato. Lasciato il Chelsea nel novembre 2017, gli bastano un paio di settimane per siglare il nuovo contratto con il Monaco, grazie anche ai buoni uffici di quel Jorge Mendes che in molti identificano tra i suoi principali “sponsor”. Meno di due anni dopo, il fallimento del progetto tecnico con Henry, alcuni acquisti poco convincenti (da Chadli a Naldo, passando per Fabregas) e il pessimo rapporto con il subentrato allenatore Jardim, hanno favorito il suo licenziamento. Ora, la Roma potrebbe concedergli la rivincita e, al tempo stesso, progredire nel processo di internazionalizzazione che la famiglia Friedkin pretende.