Zenoni: «L'Atalanta può fare come il Leicester di Ranieri» - ESCLUSIVA
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Zenoni: «L’Atalanta può fare come il Leicester di Ranieri» – ESCLUSIVA

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Cristian Zenoni parla dell’imminente sfida tra Juve e Milan e della ripresa del calcio italiano: ecco le parole dell’ex terzino

Cristian Zenoni ha vestito diverse maglie in Serie A, tra cui quella della Juventus e della Sampdoria. Intervenuto in esclusiva ai microfoni di Calcionews24, Zenoni ha parlato della ripresa del calcio italiano.

La ripartenza del calcio è ormai imminente. Domani si gioca Juve-Milan di Coppa Italia. Cosa pensa della ripresa del calcio e di quella gara in particolare?
«Diciamo che era ora, per tutti gli appassionati sportivi e soprattutto per quelli calcistici. E’ un’opportunità anche per tutto il movimento per ripartire e far vedere che ci siamo lasciati alle spalle una situazione pericolosa, magari non si torna proprio alla normalità con il pubblico vero e proprio, ma per lo meno si torna a vedere il calcio in TV. Senza pubblico sicuramente qualcosa cambierà ma orami sono 3-4 mesi che è cambiato anche il modo di vivere. E’ normale che non avere i tifosi, non sentire le grida, qualcosa cambia. Il calcio italiano ha bisogno comunque di ripartire, speriamo che sia un passo verso la normalità con la gente negli stadi».

Juve-Milan?
«Effettivamente sembra una partita strana, una semifinale senza pubblico farà un po’ d’effetto. Però quando sei in campo da calciatore dai sempre tutto, a prescindere da chi hai sugli spalti, quindi penso vedremo una partita vera. E’ normale che venendo da un lungo periodo di inattività bisogna valutare la condizione fisica, agli allenamenti fatti in questo periodo e all’aspetto mentale che penso sia fondamentale a questo punto, venendo da una situazione imprevista e a cui il calcio italiano non ha mai dovuto far fronte. Sono curioso di vedere quello che succederà». 

Lei arrivò alla Juventus dal Milan nel 2001, nello scambio che coinvolse Inzaghi a percorsi alterni. Che ricordo ha di quegli anni?
«Sono stati anni fantastici con ricordi indelebili, coincisi con due vittorie del campionato, una finale di Champions League persa contro il Milan, la finale di Coppa Italia persa contro il Parma ed una Supercoppa Italiana vinta contro il Parma. Poi nello spogliatoi, ritrovarsi con gente del calibro di Del Piero, Trezeguet, Thuram, Buffon,  Tacchinardi, Nedved, Davids… per non dimenticare nessuno dico che su 23 giocatori, 22 erano di calibro mondiale. Ho dei ricordi fantastici. 5 maggio? Un ricordo particolare. Non voglio dire che più che vincerlo la Juve lo ha perso l’Inter, ma i nerazzurri ci misero del loro».

Al Milan rimase davvero poco tempo. Avrebbe fatto comunque in una squadra straordinaria.
«Ho avuto la possibilità di firmare con il Milan ma mai di allenarmi con loro perchè poi con lo scambio che mi portò alla Juve, con Inzaghi in rossonero, feci solo le visite e al momento di iniziare mi trasferii alla Juve. Non li ho vissuti sul campo ma posso dire che avendoli incontrati più di una volta sono dei campioni su un gradino alto alto alto, come quelli della Juventus, sia a livello umano che calcistico».

La sua esperienza più lunga con la Sampdoria: dai successi dell’era targata Bazzani-Flachi a Quagliarella, ancora oggi in grande spolvero.
«Ho trascorso cinque anni fantastici, abbiamo raggiunto la Coppa Uefa con Novellino, per la Sampdoria salendo dalla Serie B l’anno prima, era una cosa straordinaria. Ricordo che Flachi-Bazzani, la nostra coppia gol, era fondamentale per quell’annata lì; arrivando a Quagliarella che ha dimostrato e dimostra tuttora di essere uno dei bomber più prolifici del campionato italiano. E’ uno dei calciatori italiani in attività che ha segnato più gol in Serie A, un applauso per quanto fatto prima e per quello che ha fatto adesso. E’ un calciatore che non dovrebbe smettere mai Fabio, complimenti a lui».

L’Atalanta riuscirà ancora a sorprendere tutti? Magari con la formula della Champions che va verso una specie di final eight a gara secca?
«L’Atalanta strabilia da diversi anni, è tra le prime 4-5 squadre in Italia, dimostrandolo sul campo anche in Europa. Lo dimostra anche a livello societario e con le infrastrutture, con la costruzione del nuovo stadio che comunque porta gente. Una società che è in continua evoluzione positiva, con investimenti e programmazione futura, bisogna darne atto al presidente. Sotto l’aspetto tecnico forse ancora di più, non sbagliano un acquisto e il mister lo conosciamo tutti, sappiamo quello che può dare alla squadra. Essendo io di Bergamo poi sono orgoglioso di vedere l’Atalanta su certi palcoscenici e non si sa mai, magari succede come col Leicester di Ranieri. Spero di vederla lottare nei prossimi anni anche per questi traguardi qua».

Venendo allo Scudetto: Inter tagliata fuori e discorso tra Juve e Lazio o c’è una speranza per i nerazzurri?
«Penso che sia un discorso tra Juve e Lazio, ma bisognerà valutare il rientro dal punto di vista mentale e fisico. Sulla carta vedo favorita ancora la Juve, con la Lazio che però potrebbe essere una grossa sorpresa. Ha un grande allenatore, giocatori di qualità; magari non ha la rosa della Juve, ma nei primi 11, anche 1-14 giocatori la Lazio ha una squadra molto competitiva e quindi i bianconeri dovranno comunque stare attenti».