E se la giustizia sportiva ricorresse all'ordalia?
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E se la giustizia sportiva ricorresse all’ordalia?

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I tempi della giustizia sportiva sono incredibilmente lunghi e poco adatti per giudicare a stagione in corso: la mia umile proposta

In una delle migliori scene di Game of Thrones, prima che la serie diventasse inguardabile, Tyrion Lannister davanti ai lord che lo accusavano della morte di Joffrey (non devo e non voglio dovervi spiegare di cosa si tratta, se non lo avete visto è un problema vostro, non mio) dice che: «Non troverò giustizia qui e quindi lascerò che siano gli dei a decidere il mio destino» chiedendo quindi un processo per combattimento

Noto anche come ordalia, si tratta di una antichissima forma giuridica, già nota ai longobardi e ad altri popoli germanici: un duello tra due parti litiganti che doveva decidere i torti e le ragioni. Diciamolo subito chiaramente: forse c’è un motivo per cui siamo passati alla giurisdizione come la conosciamo, e forse il duello non è il migliore sistema possibile in un mondo di avvocati… però aveva un merito: era rapido!

E nella giustizia sportiva, come vediamo nelle cronache sportive, ci sarebbe un gran bisogno di rapidità. Poi, visto che parliamo di competizione, perché, almeno in ambito sportivo, non pensare di reintrodurla? E perché no, magari vendendo i duelli in PPV come se fossero incontri di pugilato o MMA e creando quindi nuove entrate? Ecco come si svolgerebbero alcuni recenti casi di cronaca.

MOURINHO VS SERRA

Partiamo da uno che doveva essere breve, ma che è durato due settimane: troppe per decidere di una semplice squalifica (con multa di 10 mila euro). Il lunedì dopo il fatto il giudice sportivo avrebbe decretato il duello: trattandosi di un contenzioso tra due persone, non avrebbero potuto scegliersi dei campioni. Un duello abbastanza equilibrato: l’età gioca un fattore decisivo a favore dell’arbitro, l’esperienza di attaccabrighe fa pendere la bilancia a favore di Mourinho. Uno scontro non all’ultimo sangue – ovviamente, Re Rotari se ne farà una ragione – ma dove vale tutto: sì a ditate negli occhi, colpi sotto la cintura, tirate di capelli… insomma, mezzi che tanto entrambi utilizzerebbero! 

Vincitore: Mourinho per TKO

JUVE VS FIGC

Qui c’è da fare una distinzione rispetto al caso precedente: una squadra e una Federazione non possono che scegliere un campione per il loro duello. A Torino i dirigenti bianconeri guardano tra i loro tesserati: non sono gli anni 90, quando Davids, Zidane e soprattutto Montero avrebbero spaventato chiunque, ma nemmeno 10 anni fa, quando si poteva contare su Chiellini e Mandzukic. Alla Juve di questa stagione, impressione mia, manca qualcuno che vorremmo al nostro fianco in una rissa. Certo, non mancano giocatori fisicamente prestanti ai bianconeri: Bremer, Gatti o Rabiot, per citarne alcuni, o che che abbiano la faccia da schiaffi come Paredes (la faccia, anche perchè se combatte come sta giocando…), ma nessuno di loro genera un timore come quelli sopracitati.

La Juve, vista la situazione, sarebbe costretta a doversi affidare ancora a Paolo Montero, tecnico della primavera. Il fisico non sarà più quello degli anni d’oro ma, come diceva Enrico V prima della battaglia di Agincourt: «Il cuore è più che in forma». Dall’altro lato la FIGC questi problemi non ne ha e può contare su centinaia di tesserati: Vanja Milinkovic-Savic, Kim, Baschirotto, Gary Medel… Ma è il caso plusvalenze e con una vena di sadica ironia, la FIGC sceglie Demiral.

Vincitore: Demiral ai punti (Perchè nonostante l’età, Montero non lo mandi giù).

MANCHESTER CITY VS FA

Un caso simile a quello della Juve, ma con una differenza sostanziale: la squadra di Guardiola ha Haaland. E Haaland, come detto dal duo comico Luca Ravenna e Daniele Tinti nel podcast TAQ – Tutti Allenatori Qui, ha la faccia di un cattivo di Ken il guerriero. Con una risata sprezzante, il norvegese annuncia che sfiderà tutti i campioni della Football Association in una battle royal.

Vincitore: Haaland

BARCELLONA VS LALIGA

Il caso Negreira cresce di giorno in giorno e anche il Real Madrid, rivale sul campo, ma partner politico, pare abbia scaricato il Barça. Siamo in Spagna e quindi è chiaro cosa succederà: il duello sarà una corrida. Ma chi si schiererà con il toro e chi con il torero? Il torero andaluso Angel Luis Carmona dice che ad un torero servono flessibilità, leggerezza, concentrazione, resistenza fisica e capacità polmonare. Di altro avviso Francis Evans Kelly, matador inglese: oltre alla resistenza fisica, quello tra toro e torero è una sfida di intelligenza contro forza bruta.

Xavi sa che sarebbe la sua battaglia, ma decide di affidarsi ad uno dei suoi eredi spirituali: Gavi o Pedri. Entrambi starebbero molto bene vestiti da toreri, ma alla fine viene scelto Pedri, con quella faccia da bravo ragazzo. La scelta dell’ex Golden Boy sembra pagare all’inizio: il giovane torero riesce con i suoi movimenti a schivare le cariche dell’animale e sfiancarlo, ma nel momento di tirare fuori la spada qualcosa si rompe dentro di lui. 

Vincitore: il toro.

BENFICA VS LIGA PORTUGAL

Il Benfica sceglie di usare le pistole: il giorno stabilito il campione delle aquile di Lisbona Joao Mario arriva con il suo testimone, Rui Costa, al Dragao di Oporto (il campo lo sceglie l’accusa). Dall’altra parte la Liga ha scelto uno dei più minacciosi dei suoi tesserati: Pepe, con Conceiçao come testimone. Si contano undici metri (siamo pure sempre nel mondo del calcio) e i due fanno fuoco. E Rui Costa ride sotto i baffi: Pepe sarà anche un nemico pericoloso in uno scontro corpo a corpo, ma in Champions League Joao Mario si sta dimostrando un cecchino

Vincitore: Joao Mario

AL-KHEALIFI VS PROCURA FRANCESE

Le accuse al numero uno del PSG non sono più sportive: il rapimento, sequestro e tortura di Tayeb Benabderrahmane sono di competenza penale. Un duello non basta: per fortuna, nel paese che ha inventato la Chanson de Geste, un campione del PSG può provare l’innocenza del suo presidente. Ma chi? Messi pensa al mondiale appena vinto, con rammarico immagina che lui, quella corrida, l’avrebbe vinta per il Barça. Neymar? Neymar è infortunato. Mbappé? No, anche lui ha la testa altrove, a Madrid dicono le malelingue. Donnarumma si alza e solleva la spada, ma quella scivola in porta e subito si risiede. Non c’è nessuno con un po’ di onore?

Marco Verratti ha quasi 300 presenze con la maglia del PSG. Le critiche della stampa francese dopo l’eliminazione in Champions League non gli sono andate giù. Le parole di Daniel Riolo a RMC Sport: «Bisogna rimandarlo a Pescara, così può mangiare i suoi spiedini, passeggiare in riva al mare, a farsi i suoi bicchierini, fumare le sue sigarette» tormentano il suo sonno. Sarà lui a difendere l’onore del PSG e la sua cerca è presto detta: trovare il Graal.

La coppa più sfuggente di quella dei campioni che alcune leggende vogliono nascosta sotto la Chiesa della Gran Madre di Torino.

Vincitore: la procura francese. Marco Verratti non riesce a trovare il Graal. Disonorato lascia Parigi e torna a Pescara. Qui inizia è la redenzione. Al suo comando, la squadra abruzzese conquisterà due rapide promozioni e il terzo anno vince un’epica Coppa Italia, riconquistando il suo onore.