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Pippo Inzaghi: «Juve-Lazio, che sfida. Simone…»

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Intervistato da “La Gazzetta dello Sport”, Filippo Inzaghi parla del suo Venezia e soprattutto dell’imminente sfida tra Juventus e Lazio: «Grande gara, Simone se la giocherà»

Juve-Lazio è forse il match clou della 21° giornata di Serie A. Una sfida importante, visto che i biancocelesti stanno volando sotto la gestione di Simone Inzaghi. E chi meglio di suo fratello Filippo può parlarne? In un’intervista concessa alla Rosa, l’attuale tecnico del Venezia ha tracciato un profilo del più giovane fratello: «Conoscendo Simone, va lì e se la gioca. Ed è la cosa giusta: tanto perdere in trasferta con la Juve è normale. Allo Stadium si parte sempre 1­0 sotto grazie all’ambiente fantastico. Allora ci vuole un miracolo, ma la Lazio può farlo. Finora ha disputato un campionato straordinario. Sarà una partita da godere». E’ vero che la Juve va in difficoltà se viene aggredita? «Fosse così semplice… Ha perso quattro volte fuori casa, ma poi ha sempre reagito bene. La Juve non avrà problemi a vincere lo scudetto perché ha molti campioni e grandi professionisti». L’anno scorso Simone si presentò allo Stadium in un momento particolare: lui era appena arrivato e la Juve volava, non ci fu partita. Questa volta sarà diverso? «Un po’ sì, anche se i bianconeri cercheranno il successo dopo aver perso a Firenze. Ma la Lazio potrà giocare tranquilla: non ha nulla da perdere e questo è un bel vantaggio».
SORPRESA, MA NON TROPPO – Si aspettava una Lazio così in alto dopo 20 giornate? «Secondo me non ci credeva nessuno tranne Simone… Era una missione impossibile e lui l’ha resa possibile. Eravamo a Formentera in vacanza quando non era chiaro se Bielsa sarebbe arrivato alla Lazio e quindi dove sarebbe andato Simone. Vedevo la voglia di mio fratello, la sua determinazione nel rifiutare altre squadre e nell’aspettare Lotito: se lo sentiva che alla fine avrebbe guidato la Lazio. Poi ha iniziato a lavorare e ha trasmesso alla squadra la sua determinazione. Non sarà facile continuare così, ma lui ha le qualità per riuscirci. Cosa diremmo oggi se Bielsa avesse la stessa classifica conquistata da Simone? Parleremmo di un mago. E invece vedo che si fatica ancora a dire che Simone è proprio bravo. Ma lo sappiamo come funzionano certe cose».
PREGI E DISCUSSIONI – Qual è la qualità principale di Simone? «La serenità che trasmette. E poi intelligenza e carisma. Negli allenamenti lo seguono tutti: riesce a “rapire” i giocatori». E’ più bravo a preparare le partite o a cambiarle? «Entrambe le cose. Ha dimostrato elasticità mentale e competenza. A me non piace chi attua un solo sistema di gioco. Lui è stato così intelligente da capire che sono i giocatori a fare la fortuna dell’allenatore. Simone adatta la squadra all’avversario e poi interviene: contro l’Atalanta ha cambiato tre volte sistema di gioco». Questa sarà la stagione della sua consacrazione? «Non bastano trenta partite, dovrà crescere ancora e confermarsi, ma sono felice per lui. Sta vivendo un’avventura straordinaria. Poi lui è laziale e gli fa molto piacere l’amore della gente». Qual è l’ultima discussione tattica che avete fatto? «Prima delle sue sfide con Atalanta e Genoa ci siamo confrontati sulla difesa: meglio a tre o a quattro? Simone ha le proprie idee, ma è aperto al dialogo e al confronto». Il modello di Pippo Inzaghi è Ancelotti. Qual è il modello di Simone Inzaghi? «Si ispira a Mancini ed Eriksson. Ma Simone è molto legato anche a Beppe Materazzi, che lo fece esordire in Serie A».