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Italia, ma quale Rinascimento? Il no alle seconde squadre per veder fallire tre volte il Gela…

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Italia, Chiesa e Cutrone volti nuovi del Rinascimento azzurro? Ma se poi non si riescono ad introdurre nemmeno le seconde squadre…

I volti freschi di Chiesa e Cutrone, uniti a quelli del “veterano” Donnarumma, campeggiano in bella mostra sulle copertine dei giornali di questa settimana. Icone della nuova Italia, del Rinascimento della Nazionale dopo lo sganassone dell’eliminazione da Russia 2018. Simboli, in realtà, del rinnovamento di cartone di un movimento che si rimescola per non cambiare mai. Sempre gli stessi personaggi, prima incolpati con sdegno sull’onda dell’opinione pubblica e poi riciclati. Sempre gli stessi discorsi, con riforme usa e getta da millantare in campagna elettorale e chiudere in un cassetto subito dopo.

Come l’ormai famigerata introduzione delle seconde squadre. Strumento fondamentale per la crescita dei giovani e la coltivazione della qualità in campo, e non sarà un caso se il resto d’Europa l’ha capito già da un pezzo. Ma non qui, non da queste parti. Dove se ne parla ormai dal 2008, ma tanto per cianciare. Perché passi concreti non se ne sono ancora visti. Anzi: proprio in questi giorni l’argomento è stato incredibilmente depennato dalla lista in agenda ed è nuovamente slittato alla stagione successiva. Per l’ennesima volta. E sui tempi tecnici l’uragano che ha coinvolto la Federazione negli ultimi mesi incide fino ad un certo punto, visto che di seconde squadre se ne parla ormai da due lustri.

Al pari della principale motivazione addotta dai vertici della Lega Pro per giustificare le difficoltà nel risolvere la questione. Ovvero la pioggia di ricorsi che sarebbe caduta sulle stanze federali in caso di blocco dei ripescaggi per consentire l’ingresso delle cosiddette “squadre B” dal prossimo campionato. All’interno di un movimento, giova ricordarlo, che ha appena assistito al funerale di una piazza storica come quella di Vicenza: “soltanto” la 147ª società a fallire dal 2002 ad oggi. Ben 147 addii in 15 stagioni, la media è quasi tonda ma, soprattutto, è impressionante. E rende al meglio l’idea di come le seconde squadre non vengano introdotte per permettere, tanto per dire, al Gela di fallire per tre volte in poco più di dieci anni. Ma anche questo, a modo suo, è un bel record…

@DanieleGalosso