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La Juve mette ancora in scena tutti i suoi difetti. Per questo Allegri può farla diventare grande…

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Anche a Lisbona, la Juve ha messo in scena tutti i suoi difetti. Ma i risultati arrivano comunque: per questo Allegri può farla diventare grande…

La fase difensiva, senza tanti giri di parole, mette i brividi: quando l’avversaria spinge, la sensazione di fragilità della retroguardia bianconera è evidente. L’equivoco sul compagno di reparto di Chiellini lì dietro non auita: un po’ Barzagli, magari Benatia se sta bene, forse Rugani se la partita non è troppo importante. Il problema degli esterni bassi è lampante come il fatto che il migliore della batteria di terzini in questo momento sia Asamoah: il che, con tutto il rispetto per il ghanese, è tutto dire. Il centrocampo patisce i paradossi del mercato estivo: tra Matic e Nzonzi è invece arrivato Matuidi, ma la squadra era ed è strutturata per il 4-2-3-1 più che per il 4-3-3. Non che gli innesti avanzati abbiano dato la scossa sperata: Bernardeschi e Douglas Costa finora sono stati impiegati con il contagocce. E anche là davanti non è tutto rose e fiori: il Dybala illegale di fine estate si è pian piano affievolito, in Europa fatica a splendere come in Italia, e adesso sembra dare anche qualche segnale di nervosismo di troppo. Tutto insindacabilmente vero. Eppure…

Eppure, risultati alla mano, questa Juventus può sorridere. Perché la rete di Higuain a Lisbona non ha certificato aritmeticamente il passaggio del turno in Champions League, ma poco ci manca. E in campionato i bianconeri veleggiano nel quartetto di testa che tenta l’allungo, nonostante tutti i difetti (evidenti) a loro contestati e tutti i complimenti (meritati) agli altri elargiti. Uno scenario che – le ultime tre stagioni sono testimoni – va inserito nel contesto di una squadra che mister Allegri plasma giorno dopo giorno, auspicando che in primavera come una rondine spicchi il volo. Finora il tecnico livornese c’è sempre riuscito, quest’anno i margini di miglioramento e il potenziale sono altrettanto evidenti. E se la base di partenza è quella di una squadra che dimostra di essere competitiva tanto entro i confini nazionali quanto al di fuori pur stentando, allora si può guardare con fiducia al futuro. Anche se il tecnico bianconero ha del materiale su cui dover ancora lavorare. E un bel po’.