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Amo et odi: è giusto avercela con Higuain?

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Dalla festa del record al grande tradimento estivo fino all’atteso ritorno al San Paolo: la storia tra Gonzalo Higuain, Napoli e Juventus

Gonzalo Higuain ha monopolizzato la recente attenzione dei media sportivi nazionali e rende assolutamente complesso scriverne con carattere d’originalità. Riavvolgiamo il nastro e riportiamoci al 14 maggio del 2016, quel NapoliFrosinone che ha due significati intrinsechi: la qualificazione diretta dei partenopei alla Champions League ed il record di gol in Serie A che il bomber argentino centrerebbe con una tripletta. Per il primo traguardo sarebbe bastato battere un avversario già da tempo retrocesso in serie cadetta, il secondo imponeva senz’altro uno sforzo differente: segna Hamsik allo scadere del primo tempo, per il Pipita – innervosito dall’appuntamento con la storia – pochi palloni giocati e la solita proverbiale impazienza.

Higuain e la grande festa

Nella ripresa Gonzalo Higuain racconta al mondo del calcio perché si sia sempre parlato di lui sotto una luce che spetta a pochi: le tre reti che servono per mettersi alle spalle Nordahl e prendersi la storia del campionato italiano le realizza in venti minuti, quelli che vanno dal settimo della ripresa al ventisettesimo, il minuto del capolavoro in rovesciata. Ed allora viene da domandarsi se ci si trovi davvero al cospetto di qualcuno speciale: non gli basta appropriarsi di un record che resisteva da 66 anni, ma doveva essere il gesto più raccontato della storia del calcio – la rovesciata appunto – a sigillarne il tutto. Roba da capogiro. Gonzalo Higuain festeggerà l’evento con la sua gente: quella di Napoli, di una Napoli che gli ha dato tutto, che gli ha perdonato le battute d’arresto delle prime due stagioni all’ombra del Vesuvio, che ha dimenticato i clamorosi errori con il Dnipro e la storica finale di Europa League mancata, o il calcio di rigore sparato sulle impalcature del San Paolo nella sfida Champions con la Lazio. Ha dimenticato perché la gente di Napoli è così: se gli dai il cuore, ti ripaga della stessa merce. E Gonzalo Higuain, a Napoli, ha dato il cuore. “Difendo la città“, cantava il Pipita all’unisono con il San Paolo. E Napoli gli ha creduto. Riservandogli l’amore che aveva regalato ai principi della sua storia. La notte della festa consacra la storia al punto tale che il telecronista Sky Maurizio Compagnoni commenterà con le seguenti parole: “questo qui resta a Napoli, a guardarlo così è impensabile che vada via“.

https://www.youtube.com/watch?v=dOZphSqRHiU

Il tradimento: Higuain dal Napoli alla Juventus

Nel mondo del calcio proprio come nella vita di tutti i giorni le cose cambiano rapidamente. E quel che fino a mezzora prima avevi dato per scontato, così scontato poi non lo sembra più: fino a delineare tracciati nuovi, così strani, impensabili solo da immaginare, eppure concretizzabili. L’estate 2016 passa alla storia del Napoli come quella del grande tradimento: Higuain vuole cambiare aria, lo afferma candidamente per bocca del suo fratello agente Nicolas, deluso dal mancato rafforzamento dell’organico promessogli dal presidente Aurelio De Laurentiis. La guerra alla Juve, con questi mezzi, non si può fare. Oh, al limite ci sta. Da qui però a sposare proprio la Juventus ce ne passa. Nel mezzo si consumano smentite, false smentite, presunte telefonate di ricongiungimento, speranze, paure che il tutto possa realmente verificarsi. La gente di Napoli non vuole crederci: pochi giorni prima si godeva qualcuno che con tutto sé stesso stava provando a spostare gli equilibri del calcio italiano da nord a sud, Sudahl altro che Nordahl, qualcuno che cantava il coro di Napoli con la città di Napoli in difesa di Napoli. Ma è tutto vero: Higuain e la Juventus sono d’accordo, sul contratto dell’argentino pende una ricca clausola rescissoria di 90 milioni di euro che elude l’eventuale disaccordo del patron partenopeo. Non c’è trattativa tra i due club: Agnelli versa il bonifico diviso in due tranche da annuali da 45 milioni, Higuain aveva prima effettuato visite mediche notturne a Madrid con la Juventus. Il tradimento si palesa agli occhi del popolo partenopeo, a cui non può andare giù una sola grande questione: ok, hai scelto di andare via, ma perché proprio alla Juventus?

E’ legittimo disprezzare Higuain?

Una scelta legittima, si è detto. E ci mancherebbe altro, del resto non siamo mica entrati nel campo del penale: Higuain non commette reato quando sceglie di trasferirsi dal Napoli alla Juventus. Compie una scelta professionale, poco importa se appena prima si era eretto a simbolo del Napoli e di Napoli. Così come però non commette reato la gente di Napoli a valutarlo per la scelta effettuata: ognuno è libero – nei paletti della legge – di fare quel che vuole, Higuain di passare dal Napoli alla Juventus, la gente comune di non apprezzare questa scelta. Di farsi un giudizio sulla base di quest’ultima. E dunque di valutare il complesso della persona oltre che del giocatore. Gli immancabili soloni hanno già avviato la litania: il popolo di Napoli si dimostri civile ed applauda Higuain nel giorno del suo ritorno al San Paolo, lo merita per quel che ha realizzato con quella maglia. E da quanto in qua non apprezzare una persona sarebbe un gesto di inciviltà? Napoli ha tutto il diritto di fischiare sonoramente il suo ex beniamino, proprio come il personaggio in questione ha avuto il diritto di scegliere la Juventus. Ad ogni azione corrisponde una conseguenza: la riconoscenza è tutto ma la si deve meritare nel suo complesso, come persona prima che come lavoratore ed è giusto che Higuain al San Paolo avverta il peso delle sue scelte. Odi et Amo scriveva il poeta latino Catullo, meglio in questo caso Amo et Odi, non fosse altro per la sequenza temporale degli eventi: la notte del San Paolo sarà quella giusta per mettere un punto. Da lunedì, una volta per tutte, ognuno per la sua strada.