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Juventus a passo lento, Allegri ora pretende verticalità

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La Juventus vince al Bentegodi contro il Chievo ma passa soltanto in doppia superiorità numerica: prestazione poco convincente, l’analisi

La Juventus passa al Bentegodi, si libera della pratica Chievo nella ripresa grazie alle reti di Khedira ed Higuain e si porta momentaneamente al comando della classifica: pressione ora sulle spalle del Napoli, che dovrà battere il Bologna al San Paolo per riprendersi il timone della Serie A. Vittoria molto discussa sul piano della prestazione: Juventus che non ha creato occasioni da gol per l’intera prima frazione di gioco, anche quando in superiorità numerica per via della prima espulsione comminata a Bastien, a causa della doppia ammonizione rimediata in tre minuti di gioco. Il secondo cartellino rosso estratto nella ripresa a Cacciatore – per proteste plateali – ha ovviamente logorato la resistenza del Chievo: padroni di casa che a quel punto nulla hanno potuto, bianconeri che centrano l’obiettivo odierno.

Juventus, il livello della prestazione

Traguardo centrato, ma non per livello della prestazione offerta: evanescente la Juventus in parità numerica, sorprendentemente in difficoltà anche quando si è ritrovata in undici contro dieci. La questione alla base è apparsa piuttosto evidente: la lentezza d’esecuzione. Squadra sostanzialmente sulle gambe, vuoi per via dei carichi atletici effettuati nella sosta allo scopo di immettere benzina per il finale di stagione, vuoi per una mancanza di idee dalla mediana in su: giro-palla orizzontale lento e poco costruttivo, non nello stile di una Juventus che non ha mai puntato su questa specifica fattispecie, difficoltà a trovare la consueta verticalità. Considerazioni puntualmente riprese dal tecnico bianconero Massimiliano Allegri nell’immediato post-partita: punto cruciale quello della velocità, mai espressa nel corso della gara così come in quella precedente con il Genoa, brillantezza tutta da ritrovare in vista di sfide ben più complesse. Su tutte il doppio impegno di Champions League con il Tottenham di Pochettino, per definizione rapido e dinamico.

Da chi arriva il cambio di passo?

Lo switch al 4-3-3 pare però aver sottratto rapidità – e di conseguenza imprevedibilità – alla Juventus: la mediana a tre interpreti ha senz’altro riconsolidato una macchina che, rispetto alle sue abitudini, subiva decisamente troppo. Il dazio da pagare però è stato in termini di produzione offensiva: i bianconeri segnano meno ma, oltre i numeri, esprimono un calcio attualmente non all’altezza del potenziale a disposizione. Il nodo cruciale potrebbe svilupparsi intorno alla figura di Paulo Dybala: l’allora 4-2-3-1 aveva di fatto concesso all’argentino la libertà di trovarsi lo spazio ritenuto migliore, la mattonella ideale da cui incidere sul corso della gara. L’avvicendamento tattico ha privato la Juventus di un attaccante – nel caso specifico Dybala, a prescindere dall’attuale infortunio – e del suo profilo offensivo più inventivo e rapido nelle letture. Manca quella transizione necessaria a sviluppare il calcio a cui ha abituato la Juventus: Douglas Costa può creare situazioni di superiorità numerica ma sulla corsia, nel mezzo si va piano ed occorre tutta l’abilità dell’argentino ad uscire dallo spartito, a recitare la nota fuori dal comune, ad evadere dal senso e dalla direzione della partita quando questa si incanala su binari poco ritmati. Work in progress, ma la stagione sta per entrare nel vivo e c’è bisogno della migliore Juventus.