Kallon: «Via dalla Sierra Leone per non essere un bambino-soldato»
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Kallon si racconta: «Via dalla Sierra Leone per non diventare un bambino-soldato»

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Yayah Kallon, talento del Genoa in gol contro il Perugia, ha raccontato l’esodo dalla Sierra Leone fino all’Italia

Yayah Kallon, talento del Genoa in gol contro il Perugia, ha raccontato l’esodo dalla Sierra Leone fino all’Italia. Le sue dichiarazioni ai microfoni della Gazzetta dello Sport.

«L’alternativa era rimanere lì e diventare un bambino-soldato in una delle organizzazioni locali che reclutavano i ragazzi per farli combattere. Era già successo ad alcuni miei familiari… A quel punto, ne ho parlato con i miei genitori, e alla fine abbiamo preso questa decisione. Da allora non sono più tornato a casa, ma ora sento i miei ogni due-tre giorni. Venerdì ho subito avvisato la mamma che avevo segnato con la prima squadra, era felicissima. Ho visto la gente soffrire, anche quando sono passato dalla Libia e ho dovuto lavorare per raccogliere la cifra necessaria ad affrontare la traversata di otto ore verso Lampedusa. Certe esperienze, però, mi hanno anche aperto il cuore. Ora mi piace molto stare con i bambini, ho partecipato anche ai Genoa Camp, devo dire che i piccoli calciatori erano sempre tutti attaccati a me».