La decisione assurda sui dilettanti: sospesi solo i campionati provinciali
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La decisione assurda sui dilettanti: sospesi solo i campionati provinciali

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Serie A Spadafora

Gli attesi chiarimenti della FIGC hanno confermato le prime sensazioni del mondo dilettantistico dopo il Dpcm del 18 ottobre: ci sarà l’incomprensibile distinzione tra campionati regionali e provinciali

Una decisione imbarazzante, priva di alcun senso logico. Hanno sbigottito ancor di più i tanto attesi chiarimenti del FIGC sul Dpcm entrato in vigore il 18 ottobre che restringe decisamente il campo per l’attività dilettantistica e giovanile, bloccando però esclusivamente i campionati organizzati dalle delegazioni provinciali.

Il mondo del calcio dilettantistico è letteralmente in subbuglio. La lettura del Dpcm aveva lasciato non poche perplessità, in qualche modo mitigate dalla convinzione che la FIGC avrebbe interpretato diversamente la distinzione tra attività provinciale, regionale e nazionale. Perché se è in qualche modo comprensibile che una direttiva governativa valida per qualsiasi sport possa diversificare in questo senso, non è minimamente accettabile che lo faccia la Federazione di competenza che ben dovrebbe conoscere esigenze e necessità delle proprie società.

E invece, ecco una discriminazione in piena regola tra dilettanti di “Serie A” e dilettanti di “Serie B”, senza il benché minimo fondamento in termini di emergenza sanitaria: nei Giovanissimi Regionali ci si contagia meno che negli Allievi Provinciali? I giocatori di Terza Categoria sono “untori” pallonari mentre quelli di Seconda sono immuni dal virus? Oltretutto, mandare avanti i campionati regionali comporta maggiori spostamenti rispetto a quelli provinciali. Una decisione all’italiana, cerchiobottista e discriminatoria. Sarebbe stato infinitamente più semplice e di buon senso bloccare l’intera attività giovanile, senza alcuna distinzione di merito, oppure sospendere totalmente i campionati dilettantistici. Se c’è una cosa che in questi mesi abbiamo imparato, è che di fronte al dramma coronavirus siamo tutti uguali. Non per chi comanda il calcio italiano, però.