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Mourinho senza casa: «La mia vita qui è un disastro»

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La crisi dello United passa anche dalla sistemazione a Manchester di Mourinho: il tecnico non ha ancora casa

È un periodo particolare per il Manchester United: i risultati, in particolare il clamoroso 4-0 subito contro il Chelsea domenica scorsa hanno ufficialmente aperto la crisi per i Red Devils e messo in dubbio José Mourinho, il cui futuro è già in discussione.

CINQUE MESI, ZERO CASE – L’ex tecnico di ChelseaInter ha raccolto la pesante eredità di Sir Alex Ferguson accasandosi a Manchester, ma nonostante il lautissimo stipendio da 12 milioni di sterline a stagione che gli garantirebbe l’acquisto di una qualsiasi abitazione lui volesse, il portoghese è ancora incredibilmente in albergo, al Lowri Hotel, dove risiedono anche parte del suo staff tecnico, Paul Pogba, Henrikh Mikhtaryan ed Eric Bailly.

FAMIGLIA – E per la prima volta in carriera, Mourinho è in una nuova città per lavoro ma senza la sua famiglia: moglie e due figli sono ancora nella casa di Londra, una situazione del tutto nuova per il portoghese, che intervistato da Sky Sports ha commentato così la sua permanenza a Manchester: «Comprare una casa? Non lo so. La realtà è che mia figlia compirà 20 anni la prossima settimana, mio figlio ne farà 17 tra un paio di mesi. Loro hanno una vita stabile, hanno l’Università, il calcio e gli amici a Londra. Sono in un’età in cui non possono seguirmi così come facevano prima. Per la prima volta la famiglia sta seguendo due percorsi differenti. Vediamo come far fronte a questa situazione. Può darsi che io mi trovi un’abitazione vera, un buon appartamento ma non certo quelle case gigantesche che scrivono i giornali. Non le comprerò mai. Se c’è una buona connessione tra il garage e l’abitazione perché no? Potrei. Ma non posso cucinare. Per l’hotel e la marca di abbigliamento che mi sponsorizza è fantastico, perché i fotografi sono lì ogni giorno. Tutti ormai conoscono il nome dell’albergo e tutti sanno gli ultimi arrivi della collezione di questa marca di abbigliamento. Per me però è un po’ un disastro, perché ogni tanto vorrei farmi una camminata e non posso. Vorrei solo attraversare il ponte e andare al ristorante, ma non si può. Così va davvero male. Per fortuna ho le app e posso chiedere da mangiare a domicilio».