Castellini e il retroscena: «Vicino all'Inter del Triplete, poi arrivò la Roma»
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Paolo Castellini e il curioso retroscena: «Vicino all’Inter del Triplete, poi arrivò la Roma» – ESCLUSIVA

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Paolo Castellini e il curioso retroscena di mercato: «L’Inter del Triplete mi voleva, il Parma non mi lasciò andare. Ad agosto arrivò la Roma»

Paolo Castellini vincitore del… Triplete. Lo storico traguardo raggiunto dall’Inter poteva vedere protagonista anche l’ex terzino sinistro, ritiratosi del calcio giocato nel 2016. Ai nostri microfoni il bresciano ha rivelato un curioso retroscena di mercato, materializzatosi nel gennaio del 2010, durante la sessione invernale dei trasferimenti.

«A gennaio del 2010 c’era l’interesse su di me dell’Inter del Triplete che aveva bisogno di un giocatore a sinistra perché Chivu si era infortunato nello scontro con Sorrentino – rivela Castellini. Gli serviva un’alternativa e c’era la possibilità di andare, io ero a Parma. Ero lì da 4 anni ed ero il capitano, e non pensavo di lasciarlo più. Il Parma non mi fece muovere, e pochi mesi dopo l’Inter fece il Triplete, anche solo far parte di quel gruppo sarebbe stato bello», le parole del classe ’79.

Pochi mesi dopo la parentesi di una stagione con la Roma: «Comincia il campionato successivo e si concretizza l’opportunità della Roma, c’era solo Riise e avevano bisogno di un’alternativa. Ghirardi mi lasciò andare, ero al settimo cielo. Era fine agosto, sono andato nella Capitale e abbiamo fatto questa trattativa. C’era Ranieri che mi aveva già avuto a Parma e sapeva con chi aveva a che fare. Sono andato in punta di piedi e devo dire che avevamo una squadra fortissima con cui abbiamo fatto meno di quello che si poteva, a Roma è complicato per tutto. Sono stato stimato per quel poco che ho fatto, giocando anche 5-6 partite di Champions e una decina in campionato. Mi sono fatto sempre trovare pronto, vestire quella maglia è stato un orgoglio. Ricordo come fosse ieri la prima di Champions in giallorosso. Nel riscaldamento dissi a De Rossi quanto fosse una soddisfazione. Lui mi chiese il perché: “Cavolo, gioco nella Roma, in Champions, è una cosa che a 30 anni è una roba dell’altro mondo e bellissima”. Il sabato giocò Riise in campionato ma aveva qualche problema e quindi non volevano spremerlo. A fine partita arriva il mister e mi dice di farmi trovare pronto perché il martedì avrei giocato io. Tifavo per la Roma da bambino, raggiungere quel traguardo a 30 anni è stato un sogno. Sono stati mesi molto belli, poi a ottobre nacque anche mio figlio per cui l’insieme delle cose fu splendido».